giovedì 27 novembre 2025

Visita a SOREU - di Eolea Ngota 2B

 Venerdì 17 ottobre tutte le classi seconde hanno partecipato all’uscita di Villa Guardia alla base Soreu, per concludere il percorso di Primo Soccorso iniziato in prima. 

Appena arrivati abbiamo potuto assistere alla partenza di un elicottero che si usa principalmente quando accade qualcosa in montagna o altrove, dove solitamente l’ambulanza per arrivare ci mette molto tempo. Il costo di un solo viaggio dell’elicottero è circa 20.000 euro ed è uno dei pochi elicotteri in Italia attivo h24, con un equipaggio composto da almeno 6 persone. 

Dopodiché gli operatori ci hanno portato dai Vigili del fuoco, i quali ci hanno mostrato il loro camion ordinatissimo con attrezzature molto pesanti, avendo però un personale molto allenato, vengono indossate senza problemi.

Poi siamo stati al Soccorso Alpino dove le persone che fanno volontariato, ci hanno illustrato l’imbragatura a pannolone e degli sci con pelli sintetiche. 

Abbiamo visitato anche la centrale operativa in cui ognuno dei dipendenti riceveva chiamate in diretta (c’era anche uno schermo molto grande dove si potevano vedere tutte le emergenze). 

Successivamente abbiamo partecipato ad una specie di lezione sulle chiamate d’emergenza in cui ci è stato spiegato che il numero per chiamare aiuto è il 112 e che c’è anche un’applicazione chiamata “Where are U” dove si possono effettuare chiamate mute, normali o scritte. 

Ci hanno anche raccontato di cosa si occupa il soccorso lacustre (OPSA) Operatore Polivalente Salvataggio in Acqua, diviso in 2 zone: la parte di Lecco e la parte di Como.

Nella tappa successiva invece ci sono state mostrate le ferite, in particolare le varie tipologie di ustioni (1° grado - 3° grado) e una specie di laccio chiamato “tourniquet”, utile per bloccare le emorragie. L’ottava tappa trattava l’ambulanza, e i volontari ci hanno spiegato il funzionamento delle barelle, della sedia e anche della coperta termica color oro e argento. 

Come ultima stazione (nonché la mia preferita), ci hanno fatto effettuare il massaggio cardiaco su dei manichini: una volta divisi in piccoli gruppi da 3 per manichino, il personale ci dava le indicazioni e noi a turno eseguivamo i “comandi”. Bisognava stare in ginocchio con le spalle all’altezza delle gambe, identificare il torace, appoggiarci il palmo di una mano e l’altra posarla sopra di essa per poi a braccia tese spingere fino a quando in una situazione reale non sarebbero arrivati i soccorsi e in caso di stanchezza qualcuno avrebbe dovuto dare il cambio. Ci è stato mostrato anche il funzionamento del defibrillatore: quando col massaggio cardiaco la persona non si sveglia e il cuore non batte più, si cerca un defibrillatore da attaccare al petto, seguendo le istruzioni che dà il macchinario stesso una volta acceso. Questa è la tappa che più ho preferito perché ho potuto fare qualcosa di pratico su un argomento (la medicina e la salute) a cui sono molto legata.

Nel 2024 mi capitò di assistere ad un’emergenza, quando una sera mia nonna si infortunò e da quel giorno le cose cambiarono totalmente. Era aprile e mia nonna al ritorno dal bagno, non so come, perse l’equilibrio e cadde all’indietro di schiena sbattendo la testa. Nessuno riuscì ad afferrarla per la velocità dell’accaduto ma la prima cosa che fece mia madre fu chiamare il Pronto Soccorso mentre mio padre restava accanto alla nonna. Una volta arrivata l’ambulanza vidi che la misero su una barella che le bloccava la testa e il bacino e da quel giorno però mia nonna non riconobbe più nessuno, smise di mangiare e faceva fatica a reggersi in piedi. Passati vari mesi la situazione peggiorò sempre di più, fino a quando la mattina del 1° agosto si spense definitivamente, e nonostante sia stato uno degli addii più difficili da accettare, penso sia stato meglio così, perchè nello stato in cui ha vissuto per mesi interi stava soffrendo, senza trovare rimedi alla sua situazione.


Visita a SOREU - di Lisa Maroni 2B

Il giorno diciassette ottobre, tutti gli alunni delle seconde, sono andati al SOREU di Villa Guardia, per concludere il progetto avviato in prima.

Siamo andati con tre pullman, e quando siamo arrivati, abbiamo visto l’elicottero che decollava perché c'era un’emergenza.

Ci ha impiegato un pò a partire, ma dopo mezzo minuto dal decollo era già lontanissimo.

Dopo aver visto l’elicottero partire, gli operatori ci hanno diviso in due gruppi per le classi 2B e 2A, tutti avevano un nastrino colorato, a seconda della squadra, (io avevo il laccetto rosso), anche i quattro professori si sono divisi e il mio gruppo aveva come insegnanti: l’educatrice Arianna e il prof. Bussi.

E’ stata una gita a tappe e noi come prima tappa, avremmo dovuto vedere l’elicottero, ma visto che non c’era, siamo andati con una ragazza a vedere lo zaino che i soccorritori si portavano dietro quando vanno a salvare le persone in punti non raggiungibili con il mezzo.

Abbiamo anche provato a tenere lo zaino sulle spalle ed era pesantissimo, invece loro con esso dovevano andare anche in salita.

Anche la barella era pesante e si poteva portare sia in mano che sulle spalle, la barella pesava tra i quindici e i venti chili, invece lo zaino si aggirava sui dieci.

Poi siamo andati a vedere l’ambulanza, in cui c’erano un sacco di barelle.

C’era quella rigida che usavano se la vittima si era fatta male alla schiena, mettevano la persona su essa e poi fissavano la testa con due blocchi che si attaccano con il velcro, invece il corpo lo fermavano con il “ragno”, cioè una specie di corda resistentissima che si attaccava alla barella.

Dopodiché c’era la barella che utilizzavano per le fratture al bacino.

All’inizio era morbidissima, poi ci hanno spiegato che facevano sdraiare la vittima sulla barella e dopo, con uno strumento toglievano da dentro tutta l’aria, cosicché, mentre si sgonfiava, prendeva la forma della persona che era appoggiata, almeno rimaneva anche abbastanza ferma.

Infine, la terza barella, era quella normale con le ruote, che si alzavano e si abbassavano.

Poi ci hanno fatto vedere una specie di sedia a rotelle che si apriva e chiudeva, un pò come la barella che si portava in elicottero.

Infine ci hanno fatto vedere la coperta termica, che da una parte era oro e dall’altra argento,(se mettevi la parte argento rivolta verso il ferito trasmetteva calore, invece se facevi il contrario trasmetteva fresco).

Poi siamo andati alla postazione dei Vigili del fuoco, dove abbiamo visto tutta la loro attrezzatura, che era molto a ordinata, infatti non possono metterci molto a prepararsi, visto che c’è un’emergenza.

Tutti i loro vestiti erano ignifughi, perché devono spesso salvare la gente che ha un’emergenza a causa di un incendio.

Il loro camion, oltre a essere ordinato e attrezzato, aveva addirittura le ruote del treno, perché se c’era un’emergenza sulle rotaie, dovevano avere tutto il materiale a disposizione e se c’era un incendio in una galleria servivano le luci del camion.

I Vigili del fuoco, per fare questo lavoro, devono sorreggere tutta la loro attrezzatura, infatti erano molto allenati.

Poi siamo andati alla tappa che mi è piaciuta di più, cioè quella del Soccorso alpino.

Ci hanno fatto vedere la piccozza, cioè una specie di martello molto appuntito che usano per scalare le montagne.

Poi c’erano i ramponi, cioè dei “sandali” di ferro, con la suola piena di punte che servivano a non scivolare sul ghiaccio.

Dopodiché, hanno fatto provare alla prof. Arianna il “pannolone”, un’ imbragatura che si usa quando una persona è sulle piste ed è stanca o ha paura di scendere perché si è fatta sera. 

I soccorritori mettono l’imbragatura alla persona, l’attaccano ai loro fianchi e accompagnano la persona a valle.

Inoltre, se la vittima si sente svenire o ha freddo e non ce la fa più, i soccorritori chiamano l’elicottero che quando arriva cala la fune così che viene attaccata direttamente al “pannolone”. 

Successivamente, tirano su il soccorritore insieme alla persona.

Dopo, abbiamo visto gli sci dei soccorritori che erano leggerissimi, perché molte volte li devono portare in salita. Sotto gli sci si poteva attaccare la pelle di foca che si usa per andare in salita, così da non scivolare. Inoltre lo scarpone rimaneva attaccato davanti, invece dietro, per facilitare la salita, lo scarpone si alzava e quando si deve andare in discesa, si può attaccare lo scarpone anche dietro, così si scende normalmente.

Infine, abbiamo visto la barella che si portava sulle spalle in due, uno davanti e uno dietro.

Dopo una piccola pausa, siamo andati alla tappa dell’ OPSA, (operatore-polivalente-soccorso in acqua), dove c’era una moto d’acqua insieme a una barella galleggiante.

Il soccorritore ci ha spiegato i pericoli dell’ acqua e come evitarli.

Dopodiché, ci ha raccontato dei droni d’acqua telecomandati per salvare le persone e di come può cambiare velocemente il tempo sul lago.

Successivamente, siamo andati a vedere il massaggio cardiaco, e abbiamo fatto pratica su dei manichini.

Poi, dopo il massaggio, ci hanno fatto vedere la manovra di disostruzione e il defibrillatore.

Dopodiché siamo andati nella sala dove arrivano tutte le chiamate d’emergenza e dove c’era uno schermo con tutti i vari dati.

Siamo entrati in una stanza dove un soccorritore ci ha fatto vedere i tipi di ferite e scottature, con i vari numeri di urgenza.

Poi, a turno, abbiamo provato a metterci il laccio emostatico, un laccio che, in caso di una grossa perdita di sangue, dovevamo sostituire con qualsiasi cosa come una cintura, una bandana ecc…

Si legava intorno alla ferita, poi si fermava bene con un bastone di ferro.

Dopo essere usciti dalla stanza siamo entrati in sala riunioni, dove ci hanno detto di sederci.

In seguito hanno proiettato alcune slide sui vari numeri d'emergenza e sull’ app “WHERE-ARE-U” che hanno consigliato a tutti di scaricare.

Successivamente siamo usciti all’aperto e molto velocemente, prima di tornare a scuola, abbiamo visto l’elicottero all’interno. Uno dei piloti ha raccontato a tutte le classi che, sull’elicottero, c’erano sempre almeno sei persone: due piloti, un tecnico di volo, un soccorritore alpino, un medico e un altro soccorritore.

Inoltre ci ha detto che, un solo volo in elicottero, costava ventimila euro.

Infine siamo saliti sul bus e siamo tornati a scuola.

L’esperienza al SOREU mi è piaciuta molto e mi sono anche divertita, oltre ad avere imparato tantissime cose nuove. 

Un’esperienza di emergenza di cui sono stata testimone, è stato quando, molti anni fa, un tetto di una casa a Figliaro ha preso fuoco a causa di un fornello rimasto acceso. Dopo un po' di tempo si è scaldato troppo e il fuoco ha incendiato il tetto a causa della cappa.

I Vigili del fuoco sono arrivati in un batter d’occhio.

Invece, quando stavo andando a Livigno, in autostrada, una macchina è andata addosso a un motociclista e quando siamo passati era steso per terra dietro la macchina.

 




  


Visita alla centrale operativa SOREU di Villa Guardia di Carlo Villa 2B

 Siamo partiti verso le 8:12 per andare al S.O.R.E.U. (Sale operative regionali emergenza urgenza) di Villa Guardia.

Siamo andati al Soreu per capire quali sono i soccorritori e che tipi di mezzi usano.

Arrivati al Soreu abbiamo avuto la fortuna di vedere l’elicottero partire e a metà giornata l’abbiamo visto atterrare.

Abbiamo fatto tante attività: per prima cosa abbiamo fatto il massaggio cardiaco e la manovra di disostruzione.

Dopo abbiamo visitato il camion dei pompieri, in particolare quello con le rotaie. Ho notato che il camion era super ordinato, e ci hanno detto anche che quando escono in soccorso hanno più di 15 kg di attrezzatura addosso fra cui una tuta ignifuga. Poi siamo andati a vedere il soccorso alpino che soccorre in montagna: i soccorritori alpini hanno un pick-up attrezzato con tanti moschettoni e corde; avevano anche una barella che si smontava e si metteva dentro a uno zaino grandissimo. Inoltre ci hanno fatto portare sulle spalle la barella.

Dopo il soccorso alpino abbiamo visto il soccorso lacustre (cioè degli operatori che soccorrono nei mari,nei laghi e fiumi), loro hanno creato un drone acquatico che ha un salvagente telecomandato da un joystick. Ci hanno fatto vedere anche un jet ski con una tavola attacca dietro.

Successivamente abbiamo visto l’ambulanza con vari tipi di barella: c’era una barella normale e una barella che si restringeva con il sottovuoto.

Inoltre abbiamo visto l’elicottero di soccorso che pesava sette tonnellate. Gli operatori ci hanno spiegato che trasportano due piloti, il tecnico, i medici e se ce n’è bisogno gli Alpini soccorritori. Ho notato che l’elicottero aveva una potente luce per vedere di notte.

Infine abbiamo visitato la centrale operativa dove si vedono tutte le emergenze e quanto ci mettono a fare un intervento. C’era il codice verde che arriva in 15/20 minuti, il codice giallo che arriva in 7/10 minuti perché ha le sirene accese e il codice rosso che impiega 3/4 minuti. 

L'attività che mi è piaciuta é quella dei vigili del fuoco perché hanno spiegato molto bene e ci hanno coinvolto nell’attività. 

Uno dei pochi episodi di incidenti che ho visto è lo scontro tra un furgone e un cinghiale; fortunatamente il cinghiale è riuscito a sfuggire ma il furgone aveva tutto il cofano distrutto. 

Secondo me é stata un'uscita importante,anche una lezione di vita perché un domani potrebbe succedere qualcosa di simile ed è importante sapere come muoversi e agire.

Carlo Villa 2B

lunedì 17 novembre 2025

Uscita a Soreu

Il giorno 17 ottobre 2025, dalle 8:30 fino alle 12:30 con la mia classe e gli altri alunni delle classi seconde sono andato a visitare a Villa Guardia la base del SOREU dei Laghi. Il nostro obiettivo era ripassare le manovre di primo soccorso e conoscere le realtà che operano in quel luogo, imparare come effettuare una chiamata al 112, prevenire i rischi e conoscere alcune norme di sicurezza.

La 1° tappa serviva a farci conoscere il NUE, cioè il Numero Unico d’ Emergenza e cosa ci chiedono in una chiamata: cosa ti serve, dove ti trovi. Abbiamo anche capito a quali aree afferiscono le nostre centrali operative: Como, Lecco, Varese e Monza Brianza; rispondono anche se la chiamata arriva dall'estero, poi ci hanno spiegato che cos’è l’ App Where are U: è un’app del 112 che ha tre modalità per la chiamata: silenziosa, normale e chat; poi ci sono anche tre simboli che servono a dire cosa ci serve: ambulanza, polizia e vigili del fuoco.

La 2° tappa doveva essere l’ elisoccorso però era partito in missione, l’abbiamo visto decollare e poi l’ abbiamo visto atterrare (ci arrivava molta aria per causa delle eliche). L’elicottero ha 2 motori; ci sono il copilota e il pilota: il copilota dà una mano al pilota, invece il pilota guida l’ elicottero. Si usa uno strumento che serve a sollevare feriti e soccorritori, che è il verricello.

Per la 3° tappa abbiamo incontrato la MBS, cioè il Mezzo di Soccorso e di Base, in poche parole è l’ambulanza, ci hanno fatto vedere diversi tipi di barelle: cucchiaio, sedia, guscio e tavola spinale. Il cucchiaio è un tipo di barella che viene utilizzata per sollevare e trasportare pazienti con traumi gravi, soprattutto alla colonna vertebrale. La sedia è una barella orizzontale pieghevole. La barella a guscio è simile alla barella a cucchiaio, infine la tavola spinale è una barella rigida, utilizzata per immobilizzare e trasportare pazienti con sospette lesioni alla colonna vertebrale. Poi hanno spiegato a cosa servono il collare e la maschera per l’ ossigeno. Il collare serve a bloccare il collo dal rischio di lesione, invece la maschera per l’ossigeno serve a far respirare il paziente.

Alla 4° tappa ci hanno  i Vigili del fuoco (VVF). Quando vanno in missione utilizzano: bombole ad aria compressa, tute, caschi, guanti, passamontagna, che in tutto pesano 25 kg. Pinze e tenaglie per aprire auto, cuscini per sollevare camion.

Il camion dei pompieri è molto ordinato, altrimenti perderebbero troppo tempo in caso di emergenza. Inoltre hanno raccomandato di fare attenzione all’utilizzo della corrente, ad esempio di evitare il surriscaldamento delle ciabatte, spegnendole.

Alla 5° tappa abbiamo conosciuto gli operatori del CNSAS; Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Loro salvano persone in zone impervie con appositi strumenti: imbracature, funi, barella a spalla, sci fatti con la pelle di foca, ramponi e gancio.

La 6° tappa è servita a farci conoscere gli OPSA: Operatore Polivalente Salvataggio in Acqua. Le nostre centrali si occupano del ramo di Como; ci hanno fatto vedere un filmato di un allenamento dove utilizzano droni acquatici. Hanno spiegato come comportarci in alcune situazioni, ad esempio quando capita di addormentarsi sotto il sole: bisogna stare attenti allo sbalzo termico, entrando lentamente in acqua, altrimenti si rischierebbe di rimanere paralizzati. Quando si è in acqua bisogna prestare attenzione a chi tossisce ripetutamente, ciò vuol dire che sta per affogare. Se stai per tuffarti, dovresti conoscere il fondale e infine ricorda di stare attento ai mulinelli dei fiumi!

La 7° tappa è servita per ripassare le manovre RCP: Rianimazione Cardio-Polmonare, nel caso in cui la persona non rispondesse, bisogna chiamare il 112 e incominciare a fare la rianimazione cardio-polmonare; se c’è un defibrillatore utilizzarlo e non fare la respirazione bocca a bocca.

Nell’8° tappa ci hanno portato al centro del SOREU (Sede di chiamate d’ Emergenza Sanitaria) dove gli operatori rispondono rispondono alle chiamate assegnate e codici: il bianco è per indicare che la situazione non è urgente, codice verde che necessita delle cure ospedaliere ma non con urgenza, codice giallo indica che bisogna andare in ospedale, avendo sintomi allarmanti ma non letali; il codice rosso che è in rischio di vita, quindi deve raggiungere al più presto un ospedale. Di solito hanno tra le 600/700 chiamate al giorno.

La 9° tappa è servita a farci conoscere il BLEEDING, una perdita molto grave di sangue, che può avvenire in varie parti del corpo e si utilizzano lacci, garze e fasciature per cercare di fermarlo.

Questa uscita è stata molto interessante, perché mi hanno fatto capire cosa fanno diversi operatori di salvataggio.

Nic e Bra, seconda A

martedì 30 settembre 2025

Le Zucche Scomparse: un Mistero da Risolvere!

Durante l’anno, gli studenti del corso di giardinaggio della nostra scuola si sono impegnati  a fare l’ orto nel cortile. Tra i vari ortaggi che sono stati piantati, c’erano anche due zucche che durante l’estate sono maturate. Peccato che le zucche siano misteriosamente scomparse.

Come un racconto da film giallo, l’orto che un tempo era caratterizzato da quelle due enormi e lucenti zucche ora appare stranamente vuoto. 

Probabilmente  qualcuno ha avuto l’idea di assaporare un po’ di quel gusto autunnale, forse è stato un passante, magari qualcuno che non riusciva a resistere alla tentazione di portare a casa alcune  di quelle zucche tanto invitanti, ormai mature e pronte per una bella zuppa o una torta di zucca.

Se per caso qualcuno di voi dovesse trovarle, sarebbe fantastico se ce lo facesse sapere, così gli studenti del corso di giardinaggio potrebbero riavere quelle zucche per cui hanno lavorato duramente e magari potremmo gustarcele insieme!

Ma dopo tutto cosa sarebbe l'autunno senza qualche piccolo imprevisto? Non ci resta che sperare che la prossima volta, quando le zucche torneranno, siano più fortunate! 

Fino ad allora, il mistero rimane irrisolto. 


Gilberto 


venerdì 4 luglio 2025

L’orto tra le mani

Gini Mathias e Ferrari nicolò

2°D

L’orto tra le mani

Quest’anno abbiamo partecipato al progetto orto e, con l’aiuto della prof Rossini, abbiamo preparato il terreno e piantato le piantine nell’area della scuola e nell’area della casa anziani, durante l’orario scolastico.

 

All’inizio del progetto la prof ci ha portati alla casa anziani per farci provare a fare l’orto, anche con l’aiuto dell’esperto Dr. Pironi.

Dopo l’incontro, noi (Nicolò, Mirko, Mathias e Deniel e altre classi seconde) ci siamo interessati e abbiamo deciso di partecipare al progetto.

 

Nei primi incontri la prof Rossini ci ha mostrato come piantare le piantine.

Dopo di che abbiamo pulito il terreno e abbiamo cominciato a piantare autonomamente prezzemolo, basilico, cipolle, girasoli, zucchine, zucche, ecc… nell’orto della scuola.

 

Dopo numerosi incontri a scuola, siamo andati alla casa anziani per preparare il loro orto con peperoni gialli e rossi, zucchine, insalata, prezzemolo, pomodori, ecc… dentro ai vasi e poi abbiamo costruito un circuito di irrigazione per innaffiare correttamente le piantine.

 

Abbiamo fatto un lungo percorso quest’anno, ma oltre alle fatiche ci siamo divertiti molto e lo consigliamo a chi vuole lavorare tanto.

Ci siamo anche portati a casa qualche piantina molto buona.


Adesso ci sono le foto che abbiamo fatto nell’ultimo incontro alla casa anziani:

giovedì 29 maggio 2025

Evviva le lingue!

Martedì 27 maggio sono stati premiati i vincitori di due ormai storici concorsi di lingue che ogni anno si svolgono nella nostra scuola.

Per il concorso "Epelle moi", due sono le classifiche: per le prime i vincitori sono Cecilia Ruggiero (prima C), Nicole Frighi (prima C) e Lorenzo Somaschini (prima B); per le seconde sul podio sono saliti Sofia Cesana (seconda D), Martina Drago (seconda B) e Riccardo Farina (seconda B).


Per il concorso "Spelling bee", hanno partecipato tutte le classi prime e seconde. I primi due classificati di ogni classe si sono sfidati nella finale. Ecco i risultati: per le prime hanno vinto Lidia Scaglia (prima F) e Abdur Rehman Sheikh (prima E); per le seconde primi Cristian Valente (seconda C), Tommaso Bottinelli (seconda B) e Doraly Opoku (seconda F).


Per tutti i vincitori, in premio piadine e gelati!