mercoledì 24 novembre 2021

INTERVISTA ALLA PROF. SSA PAOLA CASTIGLIONI

1) Cosa le mancherà di più quando dovrà lasciare questo lavoro?
Sicuramente mi mancherà il rapporto coi ragazzi che rende stimolante questa professione.

2) Da quanti anni fa l'insegnante?
Insegno da 25 anni circa. Ho insegnato in diverse scuole medie e superiori della provincia di Como e Lecco. Poi nel 2007 sono arrivata ad Olgiate e ho deciso che quella sarebbe diventata la "mia" scuola.

3) E’ difficile insegnare ai ragazzi?
Come vi ho raccontato una volta, quando finisco il mio turno di lavoro e salgo in auto per tornare a casa, faccio il bilancio della mia mattinata di lezioni. Qualche volta sono soddisfatta, qualche volta penso che avrei potuto fare meglio. Un po' dipende da me, un po' da voi. Alcune volte riesco a "colpirvi".. allora è facile. Qualche volta invece non ci riesco, in questi casi diventa difficile..

4) E’ difficile dare una valutazione a un alunno rispettando i fattori: impegno, studio e formulazione della risposta?
L'esperienza aiuta a dare una valutazione obiettiva tenendo conto dei tre fattori: impegno, studio e risposta.

5) Se a uno studente non piace la sua materia, le importa e cerca di fargli cambiare idea?
Cerco di trasmettere il mio amore per le lingue straniere - tutte le lingue - attraverso il mio entusiasmo per i vari aspetti della lingua, non solo il lessico o la comunicazione ma anche la grammatica che trovo sia qualcosa di straordinario! Non sempre è possibile far amare una lingua però, infatti non tutti siamo predisposti a studiarle con successo. E di fronte alle difficoltà molti si scoraggiano. L'impegno e la costanza tuttavia ci aiutano a superare i nostri limiti.

6) Le piace lavorare con i ragazzi anche se a volte sembra non vogliano collaborare?
Sì, mi piace, anche se a volte di fronte al disinteresse provo molto sconforto.

7) Le è mai capitato di dover parlare molto male di un alunno durante un colloquio?
Cerco sempre di essere positiva con i genitori quando parlo dei loro figli. Ma è anche necessario essere obiettivi: un genitore deve essere messo al corrente se suo figlio non studia o si comporta in modo scorretto.

8) Ci descriva come vede la sua lezione perfetta.
Gli alunni ascoltano la spiegazione dell'insegnante; gradualmente, sempre guidati dell'insegnante, fanno propri i contenuti e diventano i veri protagonisti della lezione, intervengono con contributi significativi e collaborano tra loro. L'insegnante è "relegato" al ruolo di consulente e supervisore.

Recalcati Elisa e Antoine Bazzano
Delegati CCR 3’A


martedì 16 novembre 2021

INTERVISTA AL PROF. NOVATI


Buongiorno prof, ecco, secondo un progetto del Ccr, alcune domande per farla conoscere meglio ai ragazzi di prima

1. Lei chi è?
Sono Paolo Novati

2. Che materia insegna?
Scienze e Matematica

3. Come mai proprio questa?
Perché sono sempre stato attratto dal mondo scientifico e dalle possibilità che offre all’uomo.

4. Perché ha deciso di fare il professore?

Perchè durante gli anni dell’università ho svolto molte attività di ripetizione e mi divertivano molto, inoltre perchè mi piace molto il rapporto con i ragazzi.

5. Da quanti anni insegna?
Da 11 anni, dal 2010.

6. Che scuola ha fatto?
Alle medie la scuola Michelangelo Buonarroti, il liceo invece scientifico con indirizzo piano nazionale informatica.

7. Che lavoro ha sempre voluto fare da ragazzo?
Lo scienziato.

8. Pensa che il rapporto professori-alunni sia importante per il rendimento dei ragazzi?
Assolutamenti si, è la componente più importante.

9. Lavorando con una fascia di età nella quale i ragazzi cambiano molto lei quando trova più difficoltà nell’approccio?
Le maggiori difficoltà le trovo con i ragazzi che arrivano dalla scuola primaria.

10. Quali sono gli aspetti che le piacciono di meno del suo lavoro?
Compilare il registro e la parte burocratica.

11. Quali sono secondo lei le principali differenze tra le medie e le scuole superiori?  La principale differenza si trova nel livello di crescita dei ragazzi che spesso alla scuola superiore hanno già definito, credono di averlo fatto, la loro personalità.

12. Oltre ad insegnare alle medie, ha qualche hobby?
 Si, mi piacciono tutti gli sport, le squadre con la maglia rossonera e il teatro.

Zennaro Gaia e Ostinelli Luca
Delegati CCR 3’D


INTERVISTA ALLA PROF. SSA DELEONIBUS


1. In che classe insegna e che materia insegna?
Insegno in 1C, 2E, 3E. Matematica e Scienze.

2. Per lei cosa sono bullismo e cyberbullismo?

Il bullismo lo definirei come un atto di prevaricazione di una persona (bullo) su un’altra detta bullizzato. Il cyberbullismo è l’utilizzo degli strumenti informatici per gli atti di bullismo, direi che un’applicazione potrebbe essere quella dei social.

3. Può indicare qualche sfaccettatura di questa violenza?
Ci sono varie sfaccettature: il cyberbullismo sui social nei confronti di persone che non si conoscono ma che magari possono avere disabilità fisiche o psichiche. Oppure il bullismo nei confronti di persone che hanno un orientamento sessuale non conforme al proprio stile di vita. Bullismo puoi essere inteso anche nei confronti di persone con diversa etnia.
Credo si possa considerare bullismo anche il mobbing sul posto di lavoro.

4. Cosa comportano nella mentalità delle persone?
Nella mentalità del bullo c’è la voglia di dimostrare la propria superiorità con un atto internazionale a ledere una persona. Il bullo spesso bullizza per sentirsi forte e capace di imporsi sull’altro.
Il bullizzato in primis soffre per la sua condizione, talvolta ha paura di ribellarsi e di denunciare il bullo. Credo che soffra la sua situazione tanto da considerare di fare gesti estremi.

5. Quindi come bisogna procedere davanti ad atti di bullismo?
In presenza di bullismo o cyberbullismo la prima cosa da fare è denunciare a voce confidandosi e fidandosi degli adulti di riferimento come genitori, insegnanti, allenatori sportivi etc… l’adulto sarà in grado di aiutare coinvolgendo le forze dell’ordine.
Se ci si trova da soli e in caso di bisogno immediato conviene sempre rivolgersi alle autorità.

Patti Leonardo e Rezzonico Mia
Delegati CCR 3’E


INTERVISTA AL PROF. PERLINI

1. In che classe insegna e che materia insegna ?
Insegno in tutto il corso E. Italiano, Storia e Geografia.

2. Per lei cosa sono il bullismo e il cyberbullismo?
Ill bullismo sta diventando un problema nella società di oggi soprattutto nel mondo degli adolescenti dalla scuola primaria fino al liceo. Questo problema sta preoccupando molto anche gli adulti che molto spesso  non sanno come rivolgersi a questa realtà

3. Può indicare qualche sfaccettatura su questa violenza?
questo fenomeno si può manifestare in diversi modi tramite : minacce, ricatti , offese ecc…

4. Ha mai assistito ad atti di cyberbullismo o bullismo come ha proceduto? quindi come bisogna procedere davanti ad atti di bullismo ?
Mi è capitato di assistere ad un episodio in classe: un alunno ha insultato pesantemente un suo compagno. La mia reazione ovviamente è stata quella di dare una nota al ragazzo e cercare di conversare con lui è tentare di individuare il perché di quelle parole. Davanti ad atti di bullismo o cyberbullismo bisogna cercare di comunicare con qualcuno per non tenersi tutto quanto dentro .

Patti Leonardo e Rezzonico Mia
Delegati CCR 3’E


INTERVISTA ALLA PROF. SSA ANGELA LAGANA’

1. Come si chiama e che ruolo ha in questa scuola?
Mi chiamo Angela Laganà e in questa scuola sono docente di Matematica e Scienze.

2. Da quanti anni insegna qui alla scuola secondaria di primo grado?
Insegno In questa scuola da 5 anni.

3. Preferisce  gli argomenti di Scienze o di Matematica da insegnare?
Non ho una particolare preferenza nell'insegnamento di Matematica e di Scienze.

4. Quali sono gli argomenti che le interessano di piú in Matematica (es. Aree, teorema di pitagora, ecc.)?
In Matematica, preferisco le espressioni, i problemi con il Teorema di Pitagora, la Geometria Analitica.

5. Quali argomenti preferisce, invece, di Scienze?
In Scienze, preferisco la Biologia, la Chimica, l'Anatomia.

6. Ultimamente come lei sa, ci sono stati atti di bullismo nella classe, se lei fosse stata la vittima cosa avrebbe fatto?
A coloro che si comportano male nei miei confronti avrei risposto di smetterla e che avrei riferito del gesto.

7. Avrebbe subito riferito tutto l'accaduto ad un insegnante o prima a qualche amico o familiare?
Mi sarei rivolta ad un docente per raccontare l'episodio e avrei riferito tutto anche alla mia famiglia, in modo tale da prendere subito provvedimenti verso questi ragazzi che ritengono corretto il loro comportamento e che si sentono superiori agli altri.

Poncia Virginia
Latte Matteo
Delegati CCR 3’C


INTERVISTA ALLA PROF. SSA  ANNAROSARIA LIGUORI 

1. Buongiorno, come si chiama e qual è il suo ruolo in questa scuola? Sono Annarosaria Liguori, insegno lettere nella sezione C e sono in servizio alla scuola secondaria di Olgiate Comasco dall'anno scolastico 2015/ 2016. Oltre all'attività di docenza, sono anche la referente d' istituto per Bullismo/Cyberbullismo.

2. In veste di referente per il bullismo/cyberbullismo,  cosa pensa di questo fenomeno? Penso sia un fenomeno molto diffuso nei vari luoghi della socialità;  non sempre i protagonisti, che siano gli autori o le vittime, hanno piena consapevolezza che si tratti di un vero e proprio reato. Con la frequentazione assidua dei social il fenomeno si è amplificato in maniera ancora più pericolosa,  subdola e difficile da contrastare.

3.  Che consigli darebbe agli alunni coinvolti in episodi di bullismo o cyberbullismo, se fossero suoi compagni di classe? Cercherei di spingerli a farsi aiutare e ne parlerei con figure adulte di cui mi fido. Spesso tra voi ragazze e ragazzi è diffusa l'idea che parlare con un adulto di un problema che vede coinvolto un compagno/a significhi tradire la sua fiducia. Non dovete aver timore di parlare perché chiedere aiuto per una persona alla quale voglio bene è una prova di affetto e di lealtà.

4. Si metta nei panni di un un alunno che assiste a un episodio di bullismo, cosa farebbe? Credo che avrei paura, ma chiederei aiuto, sicuramente prima a miei compagni e in un secondo momento ad un adulto di cui mi fido.

5. Se invece fosse Lei vittima di bullismo o cyberbullismo? Cosa farebbe? Probabilmente all'inizio tenderei a sminuire il problema; alle volte la vittima pensa che subire sia un modo per farsi accettare da un gruppo. Ho sempre avuto, però, un senso molto alto di giustizia e contrasto tutto ciò che reputo contrario a ciò che è giusto, quindi dopo un po' non accetterei più di abbassare la testa e mi ribellerei, chiedendo aiuto ai genitori e insegnanti.

6. Secondo lei ci sono argomenti più o meno utili nella lotta alla prevenzione e al contrasto del bullismo/cyberbullismo? Credo che per sensibilizzare ragazze e ragazzi della vostra età rispetto a questo fenomeno una delle armi più potenti sia proprio dare voce a voi, alle vostre esperienze, ai vostri pensieri, alle vostre paure. È anche attraverso la vostra voce che noi adulti possiamo e dobbiamo indirizzare i nostri interventi e far capire che siamo davanti ad un reato.

7. Cosa ne pensa dei materiali/contenuti scolastici in nostro possesso per parlare di bullismo e cyberbullismo? Potrebbero essere migliorati? Come? La lotta a questo fenomeno passa per la scuola, luogo, accanto alla famiglia, imprescindibile nel processo di crescita e di formazione di ciascun individuo. Noi insegnanti diamo  valore e spazio nelle nostre progettazioni didattiche agli argomenti che affrontano la tematica per formare e sensibilizzare alunne ed alunni. Il goal 4 dell'Agenda 2030 punta ad un'istruzione di qualità per tutti, dove ciascuno sia accolto, rispettato, accettato e incluso nella sua unicità, senza timore di essere discriminato. Il bullismo, invece, parte da un concetto di esclusione e di discriminazione. Bisogna attuare un'educazione all'affettività e alla diversità per formare cittadini consapevoli e con un adeguato senso civico. Mi sento di dire che su questo la scuola deve insistere molto.

Poncia Virginia
Latte Matteo
Delegati CCR 3’C


INTERVISTA ALLA PROF. SSA ALBERTA


1. E’ stata difficile la scelta delle scuole superiori per lei?
Quando dovevo scegliere le superiori,  è stato semplice per me orientarmi verso l’Istituto magistrale”.

2. Che materie insegna?
Insegno Italiano, Storia, Geografia ed Educazione civica.

 3. Se non avesse fatto l’insegnante cosa altro avrebbe scelto?
Mi sarebbe piaciuto anche l’ambiente medico. Da ragazza avrei optato, anche, per lavorare in campo economico. 

4. Dove Le sarebbe piaciuto insegnare?
Ho sempre voluto insegnare alle scuole medie.

5. Da quanti anni insegna in questo istituto?
Insegno in questo istituto da vent’anni.

6. A che età ha iniziato a insegnare?
Ho iniziato a insegnare a diciotto anni e a ventiquattro ho ottenuto un posto fisso.

7. Se un alunno ha dei problemi lei lo aiuta?
Prof.ssa A:” Se un alunno ha un problema provo ad aiutarlo. Ovviamente dipende anche dal tipo di problema.”

 8. Qual È il suo metodo di insegnamento?
A me piace che gli alunni siano partecipi alle lezioni. A causa del Covid-19 mi sono dovuta limitare molto con i lavori di gruppo. Cerco di fare attività diverse in modo da interessare gli alunni. E’ bello quando si crea una collaborazione “Insegnante-alunno”.

  9. Ci dica uno dei metodi che preferisce.
Dato che non si possono fare i lavori di gruppo, un’idea per coinvolgere gli alunni, potrebbe essere l’attività “Professori per un giorno” dove gli alunni preparano degli argomenti che poi espongono al posto mio.



INTERVISTA ALLA PROF. SSA ANNA MINOTTI

 
1) Cosa le mancherà di più quando dovrà lasciare questo lavoro?
Spero di non dover mai lasciare il contatto con i ragazzi della vostra età e di avere la possibilità di incontrare il vostro entusiasmo anche fuori dall'ambito scolastico. Per adesso però la pensione mi sembra lontana.

2) Da quanti anni fa l'insegnante? 

Ho iniziato nel 2005, dopo un anno di servizio civile che mi ha permesso di confrontarmi con la realtà degli uffici, della biblioteca, degli anziani, dei bambini e degli adolescenti. Quell'esperienza mi ha fatto capire cosa mi fa stare più a mio agio. Insegno, quindi, da 16 anni.

3) E’ difficile insegnare ai ragazzi?

Insegnare Italiano e Storia è più facile che insegnare il rispetto per sé e per gli altri, a volte.

4) E’ difficile dare una valutazione a un alunno rispettando i fattori: impegno, studio e formulazione della risposta?
È difficile in generale dare una valutazione: c'è sempre il rischio che chi la riceve la consideri un giudizio alla propria persona e non al processo di apprendimento.

5) Se a uno studente non piace la sua materia, le importa e cerca di fargli cambiare idea?
Diciamo che agli alunni che affermano di "detestare" l'italiano (cit.) rispondo sdrammatizzando la situazione: del resto la scuola non è un assoluto.

6) Le piace lavorare con i ragazzi anche se a volte sembra non vogliano collaborare?
Trovo molto stimolante lavorare con i ragazzi; a volte bisogna fare un profondo ooooooooom.

7) Le è mai capitato di dover parlare molto male di un alunno durante un colloquio?
Se un alunno si comporta molto male, basta fare due o tre esempi a un genitore collaborativo.
 

8) Ci descriva come vede la sua lezione perfetta.
Uno spettacolo teatrale o una visita a un museo, in cui gli alunni possano apprezzare quanto incontrato sui libri o nei materiali digitali.

Recalcati Elisa e Antoine Bazzano
Delegati CCR 3’A


Piccoli castori matematici crescono!

Giovedì 11 novembre le classi seconde e terze hanno partecipato al progetto Bebras. Il Bebras è una sfida tra le varie classi che aderiscono a questo progetto, questo lavoro è un quiz che si può fare con un compagno o da soli però sempre contro le altre persone che partecipano.

"Bebras" significa castoro in lituano, lo Stato in cui si sono disputati per la prima volta questi giochi.

Quest’anno della nostra scuola hanno partecipato tre sezioni: la seconda D, la terza D e la terza E; il quiz che abbiamo adoperato era il “ GigaTeraDouble”. Con questo quiz avevamo a disposizione 45 minuti per un totale di 17 domande che trattavano argomenti diversi. 

- Con chi avete lavorato?

Gabriele M: Ho lavorato con Marco

Kevin M: Io ho lavorato con Gabriele G.

- Quanto tempo avete impiegato?

Gabriele M: ho impiegato 45 minuti

Kevin: io e il mio compagno ci abbiamo messo 44 minuti per finire il tutto

- Come ti è sembrato questo lavoro?

Gabriele M: questo lavoro mi è sembrato interessante ed è stato utile per capire le proprie conoscenze matematiche e il ragionamento

Kevin M: per me questo lavoro è stato bello, divertente, interessante e molto stimolante.

Secondo noi, questa esperienza è da provare; la consigliamo a tutti!

Gabriele M. e Kevin M., 3^D



domenica 14 novembre 2021

"FACCIAMO CORDATA!"

Venerdì 1 ottobre 2021, dalle 10 alle 11, nel centro congressi Medioevo, abbiamo partecipato al primo incontro del progetto “Facciamo Cordata” in collaborazione con gli Alpini di Olgiate Comasco e di Como.

La prof Di Maio ci ha accompagnato nell’auditorium dove ci siamo seduti per terra vicino al palco. Ad accoglierci abbiamo trovato sette Alpini e la madrina del gruppo di Olgiate, la signora Gerardina. Tutti insieme ci siamo alzati e, con la mano sul cuore, abbiamo intonato “Il Canto degli Italiani”, ovvero l’inno italiano, scritto da Goffredo Mameli. Ci siamo seduti di nuovo e abbiamo ascoltato un alpino, di nome Carlo, ex maestro elementare, che ci ha spiegato il ruolo e gli impegni degli Alpini. Si è soffermato sul gesto “dell’attenti” che deriva dal saluto dei soldati medievali: essi, per riconoscersi, sollevavano l’elmo mentre ora è rimasto solo il movimento della mano destra portata sulla fronte. Poi ci ha illustrato la funzione del cappello: è un segno distintivo dell’associazione che rende orgoglioso chi lo porta. E’ caratterizzato da nappine il cui colore rappresenta il reggimento di appartenenza, da medaglie e decori personali e, soprattutto, dalla penna: essa può essere nera, di corvo, marrone, di falco, oppure bianca, di cigno, in base al grado dell’alpino. A seguire, Carlo ci ha spiegato l’importanza della montagna: si sale, si cammina, ci si aiuta, si vedono spettacoli della natura, ma sempre con grande rispetto e con la giusta attrezzatura. E su questo argomento l’alpino ha lasciato la parola ad Aldo, volontario della Protezione civile e guida del Cai di Olgiate, che ha mostrato casco, imbragatura e ramponi per arrampicare in tutta sicurezza anche sulle salite più difficili.

Grazie ad alcuni alunni “calcolatrice”, abbiamo scoperto che il corpo degli Alpini, composto dalle truppe di montagna altamente specializzate, è stato costituito il 15 ottobre 1872 a Napoli, mentre l’Associazione Nazionale Alpini (ANA) è nata nel 1919, a Milano. Impegnati prima in guerra, poi in missioni di pace, i volontari iscritti a questa associazione hanno ricevuto numerose medaglie e tanti riconoscimenti anche per la loro insostituibile opera di aiuto alle popolazioni bisognose e di intervento nelle emergenze, come alluvioni e terremoti. Ad esempio, sono stati premiati per aver dimostrato solidarietà immediata in occasione di un grande incendio.

Da questa esperienza abbiamo imparato che memoria, amicizia, solidarietà e collaborazione sono i principali valori degli Alpini, valori che possono essere anche quelli di tutti noi, in classe, in famiglia, nella vita di tutti i giorni.

Al prossimo appuntamento, con una vera e propria cordata!

I ragazzi della prima D




mercoledì 3 novembre 2021

IL SALVATAGGIO DELLE PIANTE

Venerdì 22 ottobre 2021 era previsto il taglio degli alberi secolari presenti nel giardino della nostra scuola.
Una parte del gruppo “orto” del nostro istituto ( Francesco Maino, Simone Suriano, Stefano Agosti, Bosetti e Nicolas Russo), guidato dalla professoressa Rossini, si è attivato nel trapiantare alcune piante per salvarle, due rododendri e un’azalea.
In un primo momento ci siamo coordinati dividendoci i compiti e prendendo i relativi attrezzi necessari.
Alcuni hanno scavato la terra attorno alle piante così da liberare la radici e riuscire senza danneggiarle a caricarle sulla carriola. Nel frattempo altri si sono impegnati a preparare il nuovo spazio in cui ripiantarle: il primo tentativo non è andato a buon fine perché scavando si è trovato un residuo di calcinacci e tegole che certo non avrebbero agevolato la crescita delle nostre piante; un secondo tentativo ha invece fatto individuare il punto giusto in cui creare il buco nel terreno, muovendo bene la terra per renderla più morbida.
Posizionato il rododendro, si è schiacciato bene il terriccio e proceduto ad effettuare un’abbondante annaffiatura.
L’altra pianta, un’azalea, è stata invece posizionata in un grande vaso di terracotta che abbiamo messo come abbellimento in uno degli ingressi della nostra scuola.
Per finire la sistemazione dello spazio esterno, abbiamo spostato un pesante vaso di cemento mettendolo in disparte così che non desse fastidio.
Terminato il lavoro, ci siamo organizzati in turni per annaffiare le piante trapiantate nei giorni successivi.

Francesco Maino 2A


UN ADDIO STRAZIANTE

 Ebbene sì il 22 ottobre sono dovuti (purtroppo) iniziare i lavori presso la scuola Michelangelo Buonarroti di Olgiate Comasco.
Hanno abbattuto otto piante, tra cui una quercia, quattro abeti, due ciliegi da fiore e due lauri.
Ma per quale motivo?
Beh, è stato deciso di realizzare una sala polifunzionale utilizzabile a seconda delle necessità della scuola.
Anche io, che sono qui solo da un anno, sono dispiaciuta per questa decisione, mi sentivo legata a questi alberi sotto cui, ogni giorno, facevo l'intervallo e dove adesso non è più possibile farlo.
A scuola si trova sempre un momento per parlare dell'ambiente che sta lentamente morendo, dell’inquinamento che sta invadendo la Terra e di quello che possiamo fare noi e la scuola per far sì che tutto ciò non accada e poi…..
Ci ritroviamo a guardare dalle finestre la devastante scena che sta accadendo al di fuori, sapendo che nessuno di noi può fare qualcosa per interromperla.
Ognuno pensa e prova cose diverse riguardo ad esso, paura e tristezza, ma anche emozione nel vedere cosa uscirà alla fine dei lavori.
Ma vi è mai venuto in mente cosa direbbero o penserebbero gli alberi che sono stati abbattuti, se potessero farlo?
Nessuno può saperlo, ma si potrebbe immaginare, come farò io in seguito.
“All’inizio non capii cosa stesse succedendo, ma poi compresi.
Degli adulti, diversi da quelli più giovani che vedevamo sempre, vennero a trovarci con strani macchinari ogni giorno diversi, questo continuò per una settimana.
Tutti ci chiedevamo quale fosse il motivo della loro visita, ma lo capimmo molto presto.
Iniziarono dai ciliegi e dai lauri che a poco a poco scomparvero.
Noi abeti eravamo così terrorizzati, sapevamo che prima o poi sarebbe accaduto anche a noi.
E purtroppo quel momento tanto temuto arrivò.
Iniziarono dai rami, privandoci e strappandoci via una parte importante di noi.
Sentivo tutto il dolore che mi attraversava dalle radici alla chioma, un dolore straziante e lancinante che mi riempiva tutti i canali linfatici.
Alla fine rimasi spoglio e arrivò la mia ora.
Con un solo colpo fui tagliato a metà, il mio corpo non era più attaccato al suolo, ma era sospeso a mezz’aria.
L'atterraggio fu rapido, con un grande boato caddi a terra e tutto divenne buio, finché cessai di esistere.”

E’ giusto creare spazi di incontro e di scambio culturale, ma anche preservare la natura che ci circonda è uno degli obiettivi che non possiamo ignorare.
Forse un giusto compromesso si poteva trovare.

Noemi Pontari 2A