Ebbene sì il 22 ottobre sono dovuti (purtroppo) iniziare i lavori presso la scuola Michelangelo Buonarroti di Olgiate Comasco.
Hanno abbattuto otto piante, tra cui una quercia, quattro abeti, due ciliegi da fiore e due lauri.
Ma per quale motivo?
Beh, è stato deciso di realizzare una sala polifunzionale utilizzabile a seconda delle necessità della scuola.
Anche io, che sono qui solo da un anno, sono dispiaciuta per questa decisione, mi sentivo legata a questi alberi sotto cui, ogni giorno, facevo l'intervallo e dove adesso non è più possibile farlo.
A scuola si trova sempre un momento per parlare dell'ambiente che sta lentamente morendo, dell’inquinamento che sta invadendo la Terra e di quello che possiamo fare noi e la scuola per far sì che tutto ciò non accada e poi…..
Ci ritroviamo a guardare dalle finestre la devastante scena che sta accadendo al di fuori, sapendo che nessuno di noi può fare qualcosa per interromperla.
Ognuno pensa e prova cose diverse riguardo ad esso, paura e tristezza, ma anche emozione nel vedere cosa uscirà alla fine dei lavori.
Ma vi è mai venuto in mente cosa direbbero o penserebbero gli alberi che sono stati abbattuti, se potessero farlo?
Nessuno può saperlo, ma si potrebbe immaginare, come farò io in seguito.
“All’inizio non capii cosa stesse succedendo, ma poi compresi.
Degli adulti, diversi da quelli più giovani che vedevamo sempre, vennero a trovarci con strani macchinari ogni giorno diversi, questo continuò per una settimana.
Tutti ci chiedevamo quale fosse il motivo della loro visita, ma lo capimmo molto presto.
Iniziarono dai ciliegi e dai lauri che a poco a poco scomparvero.
Noi abeti eravamo così terrorizzati, sapevamo che prima o poi sarebbe accaduto anche a noi.
E purtroppo quel momento tanto temuto arrivò.
Iniziarono dai rami, privandoci e strappandoci via una parte importante di noi.
Sentivo tutto il dolore che mi attraversava dalle radici alla chioma, un dolore straziante e lancinante che mi riempiva tutti i canali linfatici.
Alla fine rimasi spoglio e arrivò la mia ora.
Con un solo colpo fui tagliato a metà, il mio corpo non era più attaccato al suolo, ma era sospeso a mezz’aria.
L'atterraggio fu rapido, con un grande boato caddi a terra e tutto divenne buio, finché cessai di esistere.”
E’ giusto creare spazi di incontro e di scambio culturale, ma anche preservare la natura che ci circonda è uno degli obiettivi che non possiamo ignorare.
Forse un giusto compromesso si poteva trovare.
Noemi Pontari 2A
mercoledì 3 novembre 2021
UN ADDIO STRAZIANTE
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