venerdì 23 febbraio 2024

"Ogni giorno scegli di brillare" - testo argomentativo sulla parità di genere

Sin dall'antichità la società ha dimostrato che, secondo le idee umane, il mondo non è predisposto ad accogliere tutti coloro che ci vivono. Mi trovo pienamente d’accordo con tale affermazione. 

Le donne oggi sono maggiormente considerate, ma è abominevole pensare alle atrocità che hanno dovuto subire, sottomesse dagli uomini o tutte le volte che hanno dovuto decidere se morire o esprimere la propria opinione liberamente. 

La storia dell’emancipazione non è solo fatta di date, ma di lacrime, sacrifici ed emozioni. Riflettiamo sulle numerose occasioni in cui l’uomo si sia sentito superiore, l’essere umano per eccellenza, e le donne reputate come un banale contorno, come un quadro dove la foto dell’uomo è esposta in primo piano e la donna è solo una semplice cornice di legno. Ma cosa sarebbe un quadro senza la cornice, il dì senza la notte ed un cielo senza stelle?

Le donne devono essere messe nella condizione di brillare quanto un uomo, ma viviamo in una società che ha paura, teme che le donne si mostrino per ciò che sono, esseri umani che riescono a tenere testa ad una società maschilista e che cercano di dimostrare che la luce che emanano non è eguale ad una stella, ma paragonabile ad un’intera costellazione.

Credo che le donne non abbiamo ancora raggiunto la parità, il maschilismo è radicato nei geni della società. Basti pensare a quelle innumerevoli volte in cui vengono fatte battute sessiste, alle mani che con brutale tranquillità abusano del corpo femminile, alle parole che lacerano l’anima e a tutte quelle donne che si sentono sporche ed impure a causa della perversioni maschili.

Mi vergogno di vivere in una società impaurita dalla grandezza delle donna, una società che è costituita da individui che, nonostante le innumerevoli lotte, continuano a ferire, uccidere, sottomettere e negare la vita alle donne.

Il traguardo più importante è il rispetto di accettare una richiesta negata, il rispetto di non approfittare, il rispetto di non bloccare la crescita delle donne, di non oscurarle, perché i fiori hanno bisogno di luce per crescere.

Le donne hanno il diritto di accedere all’istruzione, di conoscere, di avere le stesse possibilità dell’uomo. 

Tutt’oggi a molte donne è negato l’accesso all’istruzione per paura che conoscano l’emancipazione, che siano al corrente dei diritti che sono dovuti loro. L’uomo teme l’emancipazione, teme che la donna sfugga dal suo controllo, che diventi autonoma, ma più di tutto teme la donna istruita, una donna che conosce se stessa, che sovrasta senza chiedere scusa, che non accetta di essere sottomessa, che sa di meritare la vita e non la prigionia.

Una delle donne che ammiro maggiormente è Giovanna d’Arco, la valorosa condottiera che ha portato la Francia alla vittoria della Guerra Dei Cent’anni. Provo una grande ammirazione perché penso a tutte le critiche che ha lasciato scivolare, alle facce sbiancate dei soldati che si resero conto di essere sotto il comando di una donna, al coraggio che ha avuto nel prendersi carico di una così grande azione. Allo stesso tempo, però, provo pietà per lei, sono completamente inorridita nei confronti di una società che, pur di non riconoscere l’importanza di una donna, ha preferito condannarla per stregoneria, bruciandola viva. 

Bisognerebbe solo inchinarsi davanti a lei; credo che tante persone avrebbero fallito nella medesima condizione, ma d’altronde l’uomo è destinato a continuare a spegnere il fuoco, avvertendo che esista un pericolo, gettando sopra acqua e pensando che possa essere la scelta più corretta.

La società è sempre pronta a puntare il dito contro le donne che subiscono violenze, ma io le stimo perché, nonostante la cicatrice che risiederá nella loro anima per tutta la vita, hanno il coraggio di guardarsi allo specchio, di sentirsi bellissime ed uniche, nonostante il pensiero delle mani che sfiorano l’anima, perché le ferite sulla pelle si rimarginano ma quelle interne sono destinate a perseguitarci, a farci sentire sbagliati. Con il tempo il dolore non svanisce, impariamo a conviverci. 

Ammiro le donne che si guardano allo specchio e si vedono bellissime, le donne che non scendono al livello della violenza, che unite lottano per una vita migliore, le donne che scelgono se stesse ogni giorno, le donne che camminano a testa alta, asciugandosi le lacrime, perché essere donna significa scegliersi ogni giorno.

Viola Sommaruga, terza C

lunedì 5 febbraio 2024

Il pane, l'olio e la 2A!

Noi ragazzi di seconda A il 31 gennaio 2024 abbiamo fatto il pane, il giorno seguente ne abbiamo mangiato una parte all’intervallo e il 2 febbraio 2024, nell’aula di scienze, lo abbiamo assaggiato con l’olio.

Le persone coinvolte sono state: il professor Billa, la professoressa Anna Minotti, la professoressa Irene Ranalletti e il collaboratore scolastico Paolo Zichichi.


fase 1 : panificazione (a cura di Fato N., Hasanaj B e Negretti S.)




Nel primo quadrimestre abbiamo studiato le materie prime in tecnologia: il frumento, lo zucchero, gli ortaggi, la carne e il sale; in geostoria abbiamo approfondito il viaggio di alcune spezie o alimenti: lo zafferano, il peperoncino, il sale, lo zucchero, il riso e il sesamo…

Per toccare con mano questi argomenti abbiamo fatto il pane nell’aula di scienze.

Avevamo a disposizione varie farine: di tipo 1, integrale e di semola; abbiamo preso acqua tiepida in cui abbiamo sciolto il lievito con dello zucchero, poi mescolati per fare uscire la schiuma.

Abbiamo mischiato il lievito con la farina aggiungendo anche dell'acqua per farlo diventare più morbido; il composto ha lievitato per circa 45 minuti, nel frattempo abbiamo visto dei video sulla mietitura e la produzione del pane, dalla spiga alle nostre tavole.

Dopo la lievitazione, abbiamo arricchito il nostro panetto con semi e modellato a nostro piacimento: treccia, ciambella, cuore ecc.

In seguito è stato cotto nel forno della scuola e anche dal proprietario di una pizzeria molto gentile.

Il giorno seguente, abbiamo provato il nostro pane per merenda; nonostante fosse piuttosto duro, siamo stati soddisfatti dei nostri lavori: siamo stati orgogliosi delle forme e del sapore; per molti di noi è stata la prima  volta ad impastare.

Questo compito di realtà ci ha regalato dell’esperienza nel campo della cucina e più consapevolezza sulla vita dei cereali


Fase 2: l'olio (a cura di Mandato A., Scaglia D., Speranza A. e Vittori V.)


Il collaboratore ci ha mostrato, tramite una presentazione, i suoi ulivi.

Tra le foto potete vedere un ulivo del signor Paolo; il suo uliveto è in Sicilia. Lui definisce le sue olive “le più buone del mondo” perché hanno l’aria del mare. 

Con la talea ci ha mostrato le varie possibilità per piantare un ulivo.


Le olive grandi si chiamano “Gioconda” e quelle piccole “Nocellara”.

Il signor Paolo ci ha mostrato le foto e i video, raccontati con la sua esperienza del procedimento per fare l’olio:

- raccolta

- pulizia

- spremitura (2 volte)

- centrifuga

Dopo questi 4 passaggi sintetici si ottiene l’olio.


Il sig. Paolo ha arricchito il discorso parlando della sua esperienza personale da ragazzo nell’industria olearia, raccontandoci che una volta il lavoro era più manuale e venivano scelti 6 uomini con una struttura muscolosa e possente, mentre adesso il lavoro è controllato da una sola persona ed è eseguito dalle macchine.

Un altro dettaglio che ha condiviso con noi è stato l’acquisto del suo abbacchiatore per raccogliere le olive, che lui ha affettuosamente chiamato “Alice”.


Questa esperienza ci ha dato delle informazioni che non si possono trarre da un libro, come l’assaggio e quindi il sapore dell’olio e delle olive, nelle quali si sentiva… la Sicilia!