L'assessore alla Cultura di seconda E Melissa Lozovanu, insieme alla compagna Greta Trapani, presenta Dante a tutta la scuola!
Basta cliccare sulla parola che corrisponde al giorno che lo celebra, il 25 marzo, ovvero il Dantedì
L'assessore alla Cultura di seconda E Melissa Lozovanu, insieme alla compagna Greta Trapani, presenta Dante a tutta la scuola!
Basta cliccare sulla parola che corrisponde al giorno che lo celebra, il 25 marzo, ovvero il Dantedì
La prima caratteristica del Lura è che si tratta di un torrente e non di un fiume: la differenza fra i due è che il fiume nasce ed è alimentato dalla sorgente mentre il torrente è alimentato dalle piogge.
Il Lura nelle diverse stagioni ha variazioni di portata con piene e secche.
Le stagioni di piena sono solitamente l’autunno e la primavera mentre le stagioni di secca sono l’inverno e l’estate.
Il corso del Lura inizia tra i comuni di Bizzarone e Uggiate Trevano ed è lungo ben 46,5 chilometri.
Il torrente è un affluente dell’Olona , mentre gli affluenti del Lura sono il Livescio e il Riale.
Passa per diversi comuni come Saronno, Lurate Caccivio, Olgiate Comasco ed altri ancora.
L’uomo ne ha modificato molto il suo corso durante gli anni: per esempio a Saronno hanno cementificato il letto lasciando solo dei tombini, che nei periodi di piena non riescono a contenere la portata d’acqua.
Ne consegue che durante i periodi di intensa pioggia il territorio circostante si allaga.
Per evitare questo problema, a Lomazzo sono state costruite delle vasche di laminazione che servono a ridurre la portata del Lura durante il periodo di piena.
Le vasche di laminazione sono anche chiamate vasche di spagliamento.
Sotto Gironico al Monte l’acqua che arriva nelle vasche di spagliamento viene fitodepurata, ovvero l’acqua viene pulita attraverso delle piante che assorbono le sostanze inquinanti presenti nella stessa.
Le zone di spagliamento a Gironico sono state realizzate per evitare che nella zona di Lurate Caccivio il Lura straripi.
Se l’alveo (letto) e gli argini sono cementificati l’acqua scorre più veloce mentre, se l’alveo e gli argini sono naturali meno acqua arriverà a valle perché verrà assorbita dal terreno.
Per tutelare il territorio attraverso il quale scorre il torrente Lura sono stati istituiti il Parco Lura e il Parco Sorgenti del Lura. Olgiate si trova nel Parco delle Sorgenti del Lura.
Gli ecosistemi del Parco del Lura sono: torrente, zona umida, bosco, prato stabile e campo agricolo.
Un ecosistema è un territorio dove la flora e la fauna interagiscono tra di loro.
I delegati alla cultura di 2^D Lorenzo Cassano e Benedetta Borghi
di Martina Larghi 1D
Buongiorno albero del Baobab volevo farle un’ intervista se lei è d’accordo.Per conoscere meglio l'argomento di cui si sta occupando, il delegato alla salute Davide Izzo ha incontrato un medico che ringraziamo per la sua disponibilità.
Ecco l'intervista completa.
-Qual è il suo nome e quanti anni ha?
Mi chiamo Salvatore Iervolino e ho 42 anni
-Da quanto tempo svolge la sua professione?
Svolgo la mia professione da circa 20 anni.
-Dove lavora e in che reparto svolge il suo lavoro?
Lavoro presso la casa di comunità Napoleona a Como da 3 anni nel reparto di
reumatologia.
-Che studi ha svolto per questa professione?
Ho conseguito una laurea in medicina e una specializzazione in reumatologia.
-E’ stato anche all’estero per studi o per svolgere il suo lavoro?
No, non sono mai stato all’estero per studio o lavoro.
-Cosa le ha fatto scegliere questa professione? C’è stato un evento particolare?
Ho scelto questa professione perché mio padre lavorava in ospedale e mi ha fatto
appassionare alla medicina.
-Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi del suo lavoro?
L’aspetto positivo del mio lavoro è avere la possibilità di curare le persone, mentre quello
negativo è lo stress della responsabilità in caso di errori.
-Consiglierebbe ai ragazzi di oggi questa scelta professionale?
No, sinceramente non consiglierei questa professione ai ragazzi di oggi.
- Com’è il sistema sanitario italiano? E com’è cambiato nel tempo?
Il sistema sanitario italiano è abbastanza buono, purtroppo però si sta evolvendo sempre
di più verso la privatizzazione dei servizi.
-Come considera il sistema sanitario italiano rispetto agli Stati europei o ad esempio alla
vicina Svizzera e rispetto agli Stati Uniti?
In Italia, fortunatamente, il sistema sanitario è ancora accessibile a tutti senza distinzioni
né sociali né economiche.
-Cosa possono fare i cittadini per aiutare o sostenere la sanità oggi?
Secondo me, i cittadini possono collaborare di più soprattutto nei casi di sovraffollamento
delle strutture sanitarie cercando di avere buon senso e rispetto per tutti.
-C’è un aneddoto particolare che vorrebbe raccontarci?
Più che un aneddoto, perché sui pazienti e malati è difficile trovare aneddoti, vorrei dirti
una frase che mi ha guidato in questi anni di lavoro.
Si tratta di una frase di San Pio (Padre Pio) da Pietrelcina quando inaugurò la “Casa
sollievo della sofferenza” a San Giovanni Rotondo: “E’ meglio un topo tra due gatti che un
malato tra due medici”.
La sua osservazione mette in luce e in discussione l’ego dei medici, è molto facile per un
medico criticare e contestare le osservazioni di un collega piuttosto che mettere in primo
piano il bene del paziente.
Questa frase mi ha sempre guidato cercando di essere umile e di non contestare sempre
la diagnosi di un mio collega, cercando di essere meno egocentrico.
Davide Izzo, seconda C
Ecco alcuni testi scritti dai ragazzi di terza D che hanno provato a descrivere don Abbondio come non si era mai visto prima!
QUESTO MATRIMONIO LO VOGLIO FARE!
Per una di queste stradicciole, tornava tutto fiero della sua lunga passeggiata il mitico don Abbondio, con un'aria felice dato che il giorno dopo avrebbe dovuto sposare Lucia e Renzo. Mentre trotterellava, vide fermi davanti a sé due signori dall'aria familiare. Pensò. Pensò, fino a che ci arrivò: “Ma certo, i bravi, proprio quei fannulloni dei bravi!", esclamò.
“Meglio ch'io corra da loro, perché aspettar che i loro piedi si sforzino per venir fin qui, si è già fatto un altro dì. “Recitò don Abbondio, aggiungendo anche: “Che brutta vita che fa certa ottusa gente: a non far una passeggiata, è proprio come buttar via ogni singola giornata!” E mentre costui correva, i bravi stettero lì fermi a veder quel che succedeva. “Bonjour, siete venuti a leggere una pagina di Vangelo con me?” (E fu solo lui a ridere a codesta battuta).
“No, (dissero in coro)”. Anzi, inizia a preoccuparti, perché non buona notizia siamo giunti a darti. Don Rodrigo…” “Oh, mamma ancora lui?! Gli ho già detto che il regalo di Natale non s'ha da fare!” interruppe egli con aria scocciata, ma scherzosa allo stesso tempo. “Stia zitto per cortesia! Volevamo dirle che se domani Renzo e Lucia vorrà sposare, una brutta fine dovrà fare!” Don Abbondio, arrabbiato rispose: “Credevate di avermi spaventato? Beh, il piano non ha funzionato!” Eh via, un ceffone al primo, e sbum, un ceffone al secondo, e bum, un calcio ad un sasso che finì sullo stinco del primo bravo, e bam, un altro calcio a tre sassi con l'altro piede sull'altro bravo! Cadenti a terra doloranti, dissero a don Abbondio: “Ci scusi siamo stati proprio arroganti!” I due si diedero un'occhiata e dissero: “E ora chi lo dice a Don Rodrigo?!” E subito intervenne don Abbondio: “Me la vedo io con costui! Arrivederci e prego!” I due non fecero nemmeno tempo ad aprir bocca, che don Abbondio se la filò via con passo spedito, con un dito nel suo sacratissimo libro.
Viola Albonico
Innanzitutto i Bebras sono dei giochi matematici accessibili a tutti gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Bebras significa “castoro” in Lituania, dove è stata fondata nel 2004.
La nostra Professoressa di tecnologia ha proposto alla classe di fare il livello del Mega Bebras, dove io e i miei due compagni Elia Ghioldi e Davide Monti abbiamo totalizzato il massimo del punteggio, 48 punti su 48.
Per ogni Bebras ci sono 12 problemi da risolvere in 45 minuti di tempo.
Abbiamo svolto i Bebras in aula d’informatica e la prof. ci ha dato un codice per entrare nelle prove ufficiali dei giochi.
I primi problemi erano molto semplici, ma al sesto problema la difficoltà è aumentata. Infatti, in un problema abbiamo avuto molti dubbi sulla risposta giusta ma alla fine l’abbiamo fatto correttamente con un po’ di fortuna.
Dopo aver concluso abbiamo mandato i quesiti all’ organizzazione dei Bebras. Due mesi dopo ci sono arrivati i risultati e molto sorprendentemente abbiamo fatto il massimo del punteggio.
E’ stato molto bello partecipare perché abbiamo fatto un lavoro di squadra e ci siamo divertiti un sacco. Consigliamo a tutte le scuole di partecipare a questi giochi.
Attestato e graduatoria
Il delegato alla cultura di 2 D Lorenzo Cassano e i miei due compagni Ghioldi Elia e Monti Davide.
Sin dall'antichità la società ha dimostrato che, secondo le idee umane, il mondo non è predisposto ad accogliere tutti coloro che ci vivono. Mi trovo pienamente d’accordo con tale affermazione.
Le donne oggi sono maggiormente considerate, ma è abominevole pensare alle atrocità che hanno dovuto subire, sottomesse dagli uomini o tutte le volte che hanno dovuto decidere se morire o esprimere la propria opinione liberamente.
La storia dell’emancipazione non è solo fatta di date, ma di lacrime, sacrifici ed emozioni. Riflettiamo sulle numerose occasioni in cui l’uomo si sia sentito superiore, l’essere umano per eccellenza, e le donne reputate come un banale contorno, come un quadro dove la foto dell’uomo è esposta in primo piano e la donna è solo una semplice cornice di legno. Ma cosa sarebbe un quadro senza la cornice, il dì senza la notte ed un cielo senza stelle?
Le donne devono essere messe nella condizione di brillare quanto un uomo, ma viviamo in una società che ha paura, teme che le donne si mostrino per ciò che sono, esseri umani che riescono a tenere testa ad una società maschilista e che cercano di dimostrare che la luce che emanano non è eguale ad una stella, ma paragonabile ad un’intera costellazione.
Credo che le donne non abbiamo ancora raggiunto la parità, il maschilismo è radicato nei geni della società. Basti pensare a quelle innumerevoli volte in cui vengono fatte battute sessiste, alle mani che con brutale tranquillità abusano del corpo femminile, alle parole che lacerano l’anima e a tutte quelle donne che si sentono sporche ed impure a causa della perversioni maschili.
Mi vergogno di vivere in una società impaurita dalla grandezza delle donna, una società che è costituita da individui che, nonostante le innumerevoli lotte, continuano a ferire, uccidere, sottomettere e negare la vita alle donne.
Il traguardo più importante è il rispetto di accettare una richiesta negata, il rispetto di non approfittare, il rispetto di non bloccare la crescita delle donne, di non oscurarle, perché i fiori hanno bisogno di luce per crescere.
Le donne hanno il diritto di accedere all’istruzione, di conoscere, di avere le stesse possibilità dell’uomo.
Tutt’oggi a molte donne è negato l’accesso all’istruzione per paura che conoscano l’emancipazione, che siano al corrente dei diritti che sono dovuti loro. L’uomo teme l’emancipazione, teme che la donna sfugga dal suo controllo, che diventi autonoma, ma più di tutto teme la donna istruita, una donna che conosce se stessa, che sovrasta senza chiedere scusa, che non accetta di essere sottomessa, che sa di meritare la vita e non la prigionia.
Una delle donne che ammiro maggiormente è Giovanna d’Arco, la valorosa condottiera che ha portato la Francia alla vittoria della Guerra Dei Cent’anni. Provo una grande ammirazione perché penso a tutte le critiche che ha lasciato scivolare, alle facce sbiancate dei soldati che si resero conto di essere sotto il comando di una donna, al coraggio che ha avuto nel prendersi carico di una così grande azione. Allo stesso tempo, però, provo pietà per lei, sono completamente inorridita nei confronti di una società che, pur di non riconoscere l’importanza di una donna, ha preferito condannarla per stregoneria, bruciandola viva.
Bisognerebbe solo inchinarsi davanti a lei; credo che tante persone avrebbero fallito nella medesima condizione, ma d’altronde l’uomo è destinato a continuare a spegnere il fuoco, avvertendo che esista un pericolo, gettando sopra acqua e pensando che possa essere la scelta più corretta.
La società è sempre pronta a puntare il dito contro le donne che subiscono violenze, ma io le stimo perché, nonostante la cicatrice che risiederá nella loro anima per tutta la vita, hanno il coraggio di guardarsi allo specchio, di sentirsi bellissime ed uniche, nonostante il pensiero delle mani che sfiorano l’anima, perché le ferite sulla pelle si rimarginano ma quelle interne sono destinate a perseguitarci, a farci sentire sbagliati. Con il tempo il dolore non svanisce, impariamo a conviverci.
Ammiro le donne che si guardano allo specchio e si vedono bellissime, le donne che non scendono al livello della violenza, che unite lottano per una vita migliore, le donne che scelgono se stesse ogni giorno, le donne che camminano a testa alta, asciugandosi le lacrime, perché essere donna significa scegliersi ogni giorno.
Viola Sommaruga, terza C