1) Cosa le mancherà di più quando dovrà lasciare questo lavoro?
Spero di non dover mai lasciare il contatto con i ragazzi della vostra età e di avere la possibilità di incontrare il vostro entusiasmo anche fuori dall'ambito scolastico. Per adesso però la pensione mi sembra lontana.
2) Da quanti anni fa l'insegnante?
Ho iniziato nel 2005, dopo un anno di servizio civile che mi ha permesso di confrontarmi con la realtà degli uffici, della biblioteca, degli anziani, dei bambini e degli adolescenti. Quell'esperienza mi ha fatto capire cosa mi fa stare più a mio agio. Insegno, quindi, da 16 anni.
3) E’ difficile insegnare ai ragazzi?
Insegnare Italiano e Storia è più facile che insegnare il rispetto per sé e per gli altri, a volte.
4) E’ difficile dare una valutazione a un alunno rispettando i fattori: impegno, studio e formulazione della risposta?
È difficile in generale dare una valutazione: c'è sempre il rischio che chi la riceve la consideri un giudizio alla propria persona e non al processo di apprendimento.
5) Se a uno studente non piace la sua materia, le importa e cerca di fargli cambiare idea?
Diciamo che agli alunni che affermano di "detestare" l'italiano (cit.) rispondo sdrammatizzando la situazione: del resto la scuola non è un assoluto.
6) Le piace lavorare con i ragazzi anche se a volte sembra non vogliano collaborare?
Trovo molto stimolante lavorare con i ragazzi; a volte bisogna fare un profondo ooooooooom.
7) Le è mai capitato di dover parlare molto male di un alunno durante un colloquio?
Se un alunno si comporta molto male, basta fare due o tre esempi a un genitore collaborativo.
8) Ci descriva come vede la sua lezione perfetta.
Uno spettacolo teatrale o una visita a un museo, in cui gli alunni possano apprezzare quanto incontrato sui libri o nei materiali digitali.
Recalcati Elisa e Antoine Bazzano
Delegati CCR 3’A
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