lunedì 18 maggio 2020

ARTE


EMIL ZAJC    3^E

PROGETTO ISPIRATO A UN AUTORE CONTEMPORANEO

MOTIVAZIONE E RICERCA MATERIALE
Ho da sempre provato interesse per gli elementi naturali, forse per il mio costante contatto con la natura, fin da piccolo: terra, acqua, erba, alberi, rocce, scogli, sabbia, sassi, i fenomeni atmosferici, soprattutto il vento. Questo, probabilmente, condiziona molto il mio modo di pensare e di produrre, infatti vado sempre alla ricerca di materiali che si trovano in natura, li osservo e immagino cosa riescono a esprimere o cosa potrebbero diventare con il mio intervento. Dovendo pensare di costruire un prodotto ispirato a un autore contemporaneo sono uscito in giardino e ho iniziato a cercare. Non ho un vero e proprio giardino, più che altro si tratta di uno spazio esterno che una volta aveva l’erba rigogliosa, ora è stato trasformato da me e dai miei fratelli in una pista da mountain bike, con tanto di rampe in legno da me costruite per fare i salti, corde per appendersi all’amareno, accumuli di pezzi di legno vari, sassi e rocce portati dal mare che un tempo abitavano il nostro grande acquario ma, ora che è stato smantellato, continuiamo a tenerli con noi, per avere sempre vicino il mare. Quindi, nella mia ricerca, ho trovato del legno e un pezzo di roccia marina con incrostazioni coralline, molto porosa e con una forma che mi ha subito ispirato l’immagine di un picchio. Proprio un picchio perché il suo ticchettio lo sento spesso provenire dal bosco vicino.

PROCEDURA
Ho pensato al modo di collegare il legno con la roccia e mi è venuto in mente di prendere del fil di ferro facilmente modellabile. Ho creato una sorta di trespolo agganciato alla base di legno, una struttura non rigida ma che oscilla. Il legno, essendo noce, molto resistente, difficile da tagliare, l’ho dovuto gettare a terra più volte fino a che si è spaccato da solo. Ho fatto un foro col trapano per infilare il fil di ferro precedentemente piegato. Su questa struttura stabile di legno e di fil di ferro che oscilla ho appoggiato il picchio che avevo modellato con un macchinario elettrico, la fresa. Ho dato una forma di massima e ho applicato il lungo becco di legno, per dare maggiormente l’idea.

SIGNIFICATO 
Ho voluto unire degli elementi che in natura sembrano inconciliabili in un unico prodotto d'esposizione. L'idea della profondità del mare con la leggerezza di un uccello che, però, non vola ma si posa leggero (nonostante la pesantezza del materiale con cui è realizzato) su un sostegno metallico (anche qui in contrasto con gli elementi naturali) collegato alla base di un tronco di montagna. La profondità e l'altitudine, la leggerezza e la pesantezza, il pieno del tronco con la porosità della roccia marina, il movimento dell’oscillazione e la staticità. Un po' come sto vivendo io questo periodo, ricco di contrasti e di contraddizioni. Uno stato d'essere e un voler cambiare, sempre però mantenendomi nell’ordine naturale delle cose.

AUTORI DI RIFERIMENTO
Tra gli autori contemporanei, mi trovo in linea con il grande Alexander Calder, di cui avevo visto un’opera a scuola. Mi avevano interessato le sue piattaforme fluttuanti, la presenza del movimento e della stabilità, la rappresentazione di un equilibrio precario come quello che provo quando sono esposto alle forti raffiche della Bora al mare o come quello che ho provato quest'estate quando ho frequentato il corso di vela, su una piccola imbarcazione che con un niente avrebbe potuto ribaltarsi: ero io che dovevo bilanciare il peso e mantenere tutto in equilibrio. Calder crea l’equilibrio precario dei suoi oggetti sospesi attraverso un sistema di ganci e curve. Usa materiali naturali o di recupero (fili di rame, corde, spago, stracci, vetro, gomma, ecc.) e le sue opere sono sempre legate al movimento che, secondo lui, produce emozione.
Seguendo i consigli della professoressa sono andato a guardare le opere di due artisti italiani, Giovanna Valtolina e Massimo De Giovanni.
Giovanna Valtolina usa materiali naturali o derivati come il legno, il ferro, l’alluminio che intaglia, modella e applica su una tela dipinta con colori acrilici e crea un effetto finale tridimensionale. Si ispira spesso al mare, ai pesci, ad altri animali acquatici, alle barche, proprio per il suo amore verso questo ambiente. Trovo piacevole l’effetto in rilievo e i giochi di luminosità che derivano dal luccichio del metallo.
Massimo De Giovanni ha effettuato installazioni in ambienti naturali, rispettandoli e insediando le sue opere in modo che dialogassero con la natura, attraverso  interazioni e silenzi. Anche lui usa materiali naturali come il bambù, il legno, i sassi, le rocce, il ferro.

In conclusione posso dire di aver fatto un percorso inverso, partendo dalle mie esperienze e dai miei gusti personali, buttandomi subito nella realizzazione di qualcosa, senza rifletterci troppo, e trovando successivamente legami con artisti importanti come Calder e più recenti ma meno conosciuti come la Valtolina e il De Giovanni. Delle loro opere apprezzo l’uso di materiali naturali, gli effetti tridimensionali o la costruzione di oggetti/sculture vere e proprie, l’inserimento nella natura e il gioco di stasi e movimento che crea emozioni.


1 commento:

  1. Stupendo, una vera opera d'arte!
    Complimenti 👏👏👏.
    Ins.Antonella Monti sc.primaria Beregazzo

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