GIOVANNI TARCHINI
Giovanni Tarchini nacque nel 1919 ad Olgiate Comasco. Egli studiò al Collegio di Gorla Minore, dopodichè nel 1939 proseguì i suoi studi alla facoltà di Scienze all’Università di Milano. Nel 1941 fu ammesso alla Scuola di Allievi Ufficiali della specialità Alpini a Bassano del Grappa, dove successivamente fu nominato sottotenente di complemento. Giovanni Tarchini fu destinato al 6° reggimento alpini, ovvero la divisione Tridentina e assegnato alla 54° compagnia del battaglione Vestone, con il quale partì per il fronte russo a Kotowskj nel Medio Don. Fu un ufficiale di eccezionale valore e nonostante fu colpito gravemente, continuò imperterrito a combattere sul fronte con esperienza. Alla fine, morì il primo settembre 1942 a causa di una raffica di mitragliatrici. Alcuni suoi alpini concittadini che si trovavano con lui al fronte, fecero ritorno a “baita”, dove fondarono in suo onore il gruppo ANA di Olgiate Comasco. Nel 1951, al suo funerale partecipò l’eroe del Nikolajewka, ovvero il comandante Luigi Reverberi. Durante la celebrazione del funerale, fu consegnata ai genitori di Tarchini la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Il comune di Olgiate Comasco gli ha intitolato in suo onore una via.
CORRADO VENINI
Corrado Venini nacque il 4 gennaio 1880 da una famiglia nobile di Porlezza sul lago di Lugano. Dopo aver frequentato il liceo Ginnasio “Alessandro Volta” di Como, entrò nel corso allievi ufficiali di Modena il 29 ottobre 1898, da cui uscì con il grado di sottotenente in servizio permanente effettivo, fu assegnato al 3° Reggimento Alpini. Nel 1903 venne promosso tenente e venne assegnato alla neocostituita compagnia sciatori, con la quale portò a termine ardite escursioni in ambito montano. Nel 1905 si distinse durante il corso delle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto in Calabria, per il quale ricevette un attestato di benemerenza. Nel 1912 venne decorato capitano a scelta, fu trasferito poi al 5° reggimento Alpini (battaglione Vestone) nel 1913 nel mese di gennaio prese parte alla guerra Italo-Turca partendo per la Libia dove si meritò tre encomi solenni per le azioni presso Teneduk, Assaba, Ettangi e Mduar. Nel febbraio del 1914 rientrò in patria dove rimase solo per un anno perché dal 24 maggio 1915 prese parte con il battaglione Vestone alle azioni di guerra contro l'Austria in Val Ledro. Nel maggio 1916 decise di rimanere con il suo battaglione per la rioccupazione dell'importante posizione di Cima Maggio, in Val Posina. Il 18 maggio venne ferito a causa di una granata nemica durante delle operazioni di riordinamento dei reparti. Anche se ferito continuò a coordinare e a combattere fino all'ordine di ripiegare, fu trasportato alla 35° sezione di sanità dove morì due giorni dopo, con il pensiero per la sua famiglia e per la sua patria. Prima di morire lasciò una lettera per il figlio, che perderà la vita nella Seconda guerra mondiale, in cui gli esprimeva tutto il suo affetto.
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