I Mondiali "della vergogna"
di Simone Bellemo
Domenica sono cominciati i Mondiali in Qatar con la vittoria dell'Ecuador con un secco 0-2 sulla nazionale ospitante. Ma siamo sicuri che questi Mondiali siano davvero come le altre edizioni se partiamo già dal presupposto che sono stati spesi 220 miliardi per l'organizzazione?
Cominciamo dal fatto che il Qatar è una nazione estremamente piccola ma estremamente ricca: i cittadini possono contare su un reddito pro capite di quasi 83 mila dollari, il decimo più alto al mondo. Questa ricchezza è in gran parte dovuta al fatto che il paese detiene il 15% delle riserve mondiali di gas naturale, terzo al mondo alle spalle di Russia e Iran.
Non sono presenti molti stadi, per questo sono stati costruiti sette stadi e quattro sono stati modernizzati spendendo tantissimi soldi che potevano essere investiti in un altro modo.
Per costruire questi stadi serviva manodopera, quindi sono arrivate molte persone da Pakistan, Kenya, Nepal, Bangladesh, Sri Lanka, tutti lavoratori sottopagati e in condizioni di scarsa sicurezza sul lavoro che hanno provocato anche numerose vittime.
I lavoratori sono stati alloggiati in luoghi squallidi e sovraffollati, hanno dovuto versare di ingenti somme di denaro (da 500 a 4.300 dollari) ai reclutatori in patria per trovare un lavoro in Qatar, spesso pagato meno di quanto promesso, talvolta la metà di quanto pattuito. E’ accaduto anche che il denaro fosse consegnato con gravi ritardi che hanno provocato ripercussioni economiche e psicologiche su lavoratori, obbligati a saldare pesanti debiti in patria. Inoltre, a causa del mancato rilascio o del mancato rinnovo del permesso di soggiorno, i lavoratori hanno rischiato l’arresto e l’espulsione come clandestini, la confisca del passaporto ad opera del datore di lavoro e il mancato rilascio del permesso di espatrio oltre a minacce a seguito delle loro proteste per le condizioni di lavoro.
Un altro dei tanti argomenti di discussione è sicuramente la corruzione legata a questo evento. Nel maggio del 2015, le autorità svizzere hanno arrestato sette alti ufficiali della FIFA: si è trattato dell’ultimo atto di una lunga indagine condotta dall’FBI per fermare un’associazione a delinquere che prosperava da decenni ai massimi vertici dell’organizzazione. Il reato contestato ai fermati? Voti per potenziali Paesi ospitanti (principalmente Russia e Qatar) in cambio di tangenti. Dei 22 membri del Comitato Esecutivo FIFA che hanno partecipato alla votazione che ha assegnato al Qatar il Mondiale 2022, 15 sono stati incriminati in seguito. In cambio dei voti, l’ex magnate dell’edilizia qatarino Mohammed Bin Hamman ha effettuato pagamenti illeciti per 880 milioni di sterline (oltre 1 miliardo e 5 milioni di euro) a vari ufficiali di varie federazioni calcistiche nazionali.
Da segnalare sono le leggi imposte ai cittadini dalla monarchia assoluta che vieta l’esistenza di partiti politici e che esercita la censura sulla stampa, inoltre le donne non godono degli stessi diritti degli uomini a cui sono sottomesse.
Riguardo ai tifosi, l'amministratore delegato del mondiale ha fatto sapere che essi non possono bere birra all’interno degli stadi ma è consentito in soli pochi punti, non ci si può togliere la maglia, non si possono fare dimostrazioni amorose in pubblico e non si possono sventolare simboli del movimento lgbtq+ in pubblico, pena da 7 agli 11 anni di carcere.
Insomma questi Mondiali hanno tanti lati oscuri e danno l’impressione che nello Stato qatariota la ricchezza economica e finanziaria non vada di pari passo con l’emancipazione sociale e il rispetto dei diritti.