giovedì 27 novembre 2025

Visita a SOREU - di Lisa Maroni 2B

Il giorno diciassette ottobre, tutti gli alunni delle seconde, sono andati al SOREU di Villa Guardia, per concludere il progetto avviato in prima.

Siamo andati con tre pullman, e quando siamo arrivati, abbiamo visto l’elicottero che decollava perché c'era un’emergenza.

Ci ha impiegato un pò a partire, ma dopo mezzo minuto dal decollo era già lontanissimo.

Dopo aver visto l’elicottero partire, gli operatori ci hanno diviso in due gruppi per le classi 2B e 2A, tutti avevano un nastrino colorato, a seconda della squadra, (io avevo il laccetto rosso), anche i quattro professori si sono divisi e il mio gruppo aveva come insegnanti: l’educatrice Arianna e il prof. Bussi.

E’ stata una gita a tappe e noi come prima tappa, avremmo dovuto vedere l’elicottero, ma visto che non c’era, siamo andati con una ragazza a vedere lo zaino che i soccorritori si portavano dietro quando vanno a salvare le persone in punti non raggiungibili con il mezzo.

Abbiamo anche provato a tenere lo zaino sulle spalle ed era pesantissimo, invece loro con esso dovevano andare anche in salita.

Anche la barella era pesante e si poteva portare sia in mano che sulle spalle, la barella pesava tra i quindici e i venti chili, invece lo zaino si aggirava sui dieci.

Poi siamo andati a vedere l’ambulanza, in cui c’erano un sacco di barelle.

C’era quella rigida che usavano se la vittima si era fatta male alla schiena, mettevano la persona su essa e poi fissavano la testa con due blocchi che si attaccano con il velcro, invece il corpo lo fermavano con il “ragno”, cioè una specie di corda resistentissima che si attaccava alla barella.

Dopodiché c’era la barella che utilizzavano per le fratture al bacino.

All’inizio era morbidissima, poi ci hanno spiegato che facevano sdraiare la vittima sulla barella e dopo, con uno strumento toglievano da dentro tutta l’aria, cosicché, mentre si sgonfiava, prendeva la forma della persona che era appoggiata, almeno rimaneva anche abbastanza ferma.

Infine, la terza barella, era quella normale con le ruote, che si alzavano e si abbassavano.

Poi ci hanno fatto vedere una specie di sedia a rotelle che si apriva e chiudeva, un pò come la barella che si portava in elicottero.

Infine ci hanno fatto vedere la coperta termica, che da una parte era oro e dall’altra argento,(se mettevi la parte argento rivolta verso il ferito trasmetteva calore, invece se facevi il contrario trasmetteva fresco).

Poi siamo andati alla postazione dei Vigili del fuoco, dove abbiamo visto tutta la loro attrezzatura, che era molto a ordinata, infatti non possono metterci molto a prepararsi, visto che c’è un’emergenza.

Tutti i loro vestiti erano ignifughi, perché devono spesso salvare la gente che ha un’emergenza a causa di un incendio.

Il loro camion, oltre a essere ordinato e attrezzato, aveva addirittura le ruote del treno, perché se c’era un’emergenza sulle rotaie, dovevano avere tutto il materiale a disposizione e se c’era un incendio in una galleria servivano le luci del camion.

I Vigili del fuoco, per fare questo lavoro, devono sorreggere tutta la loro attrezzatura, infatti erano molto allenati.

Poi siamo andati alla tappa che mi è piaciuta di più, cioè quella del Soccorso alpino.

Ci hanno fatto vedere la piccozza, cioè una specie di martello molto appuntito che usano per scalare le montagne.

Poi c’erano i ramponi, cioè dei “sandali” di ferro, con la suola piena di punte che servivano a non scivolare sul ghiaccio.

Dopodiché, hanno fatto provare alla prof. Arianna il “pannolone”, un’ imbragatura che si usa quando una persona è sulle piste ed è stanca o ha paura di scendere perché si è fatta sera. 

I soccorritori mettono l’imbragatura alla persona, l’attaccano ai loro fianchi e accompagnano la persona a valle.

Inoltre, se la vittima si sente svenire o ha freddo e non ce la fa più, i soccorritori chiamano l’elicottero che quando arriva cala la fune così che viene attaccata direttamente al “pannolone”. 

Successivamente, tirano su il soccorritore insieme alla persona.

Dopo, abbiamo visto gli sci dei soccorritori che erano leggerissimi, perché molte volte li devono portare in salita. Sotto gli sci si poteva attaccare la pelle di foca che si usa per andare in salita, così da non scivolare. Inoltre lo scarpone rimaneva attaccato davanti, invece dietro, per facilitare la salita, lo scarpone si alzava e quando si deve andare in discesa, si può attaccare lo scarpone anche dietro, così si scende normalmente.

Infine, abbiamo visto la barella che si portava sulle spalle in due, uno davanti e uno dietro.

Dopo una piccola pausa, siamo andati alla tappa dell’ OPSA, (operatore-polivalente-soccorso in acqua), dove c’era una moto d’acqua insieme a una barella galleggiante.

Il soccorritore ci ha spiegato i pericoli dell’ acqua e come evitarli.

Dopodiché, ci ha raccontato dei droni d’acqua telecomandati per salvare le persone e di come può cambiare velocemente il tempo sul lago.

Successivamente, siamo andati a vedere il massaggio cardiaco, e abbiamo fatto pratica su dei manichini.

Poi, dopo il massaggio, ci hanno fatto vedere la manovra di disostruzione e il defibrillatore.

Dopodiché siamo andati nella sala dove arrivano tutte le chiamate d’emergenza e dove c’era uno schermo con tutti i vari dati.

Siamo entrati in una stanza dove un soccorritore ci ha fatto vedere i tipi di ferite e scottature, con i vari numeri di urgenza.

Poi, a turno, abbiamo provato a metterci il laccio emostatico, un laccio che, in caso di una grossa perdita di sangue, dovevamo sostituire con qualsiasi cosa come una cintura, una bandana ecc…

Si legava intorno alla ferita, poi si fermava bene con un bastone di ferro.

Dopo essere usciti dalla stanza siamo entrati in sala riunioni, dove ci hanno detto di sederci.

In seguito hanno proiettato alcune slide sui vari numeri d'emergenza e sull’ app “WHERE-ARE-U” che hanno consigliato a tutti di scaricare.

Successivamente siamo usciti all’aperto e molto velocemente, prima di tornare a scuola, abbiamo visto l’elicottero all’interno. Uno dei piloti ha raccontato a tutte le classi che, sull’elicottero, c’erano sempre almeno sei persone: due piloti, un tecnico di volo, un soccorritore alpino, un medico e un altro soccorritore.

Inoltre ci ha detto che, un solo volo in elicottero, costava ventimila euro.

Infine siamo saliti sul bus e siamo tornati a scuola.

L’esperienza al SOREU mi è piaciuta molto e mi sono anche divertita, oltre ad avere imparato tantissime cose nuove. 

Un’esperienza di emergenza di cui sono stata testimone, è stato quando, molti anni fa, un tetto di una casa a Figliaro ha preso fuoco a causa di un fornello rimasto acceso. Dopo un po' di tempo si è scaldato troppo e il fuoco ha incendiato il tetto a causa della cappa.

I Vigili del fuoco sono arrivati in un batter d’occhio.

Invece, quando stavo andando a Livigno, in autostrada, una macchina è andata addosso a un motociclista e quando siamo passati era steso per terra dietro la macchina.

 




  


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