Venerdì 17 ottobre tutte le classi seconde hanno partecipato all’uscita di Villa Guardia alla base Soreu, per concludere il percorso di Primo Soccorso iniziato in prima.
Appena arrivati abbiamo potuto assistere alla partenza di un elicottero che si usa principalmente quando accade qualcosa in montagna o altrove, dove solitamente l’ambulanza per arrivare ci mette molto tempo. Il costo di un solo viaggio dell’elicottero è circa 20.000 euro ed è uno dei pochi elicotteri in Italia attivo h24, con un equipaggio composto da almeno 6 persone.
Dopodiché gli operatori ci hanno portato dai Vigili del fuoco, i quali ci hanno mostrato il loro camion ordinatissimo con attrezzature molto pesanti, avendo però un personale molto allenato, vengono indossate senza problemi.
Poi siamo stati al Soccorso Alpino dove le persone che fanno volontariato, ci hanno illustrato l’imbragatura a pannolone e degli sci con pelli sintetiche.
Abbiamo visitato anche la centrale operativa in cui ognuno dei dipendenti riceveva chiamate in diretta (c’era anche uno schermo molto grande dove si potevano vedere tutte le emergenze).
Successivamente abbiamo partecipato ad una specie di lezione sulle chiamate d’emergenza in cui ci è stato spiegato che il numero per chiamare aiuto è il 112 e che c’è anche un’applicazione chiamata “Where are U” dove si possono effettuare chiamate mute, normali o scritte.
Ci hanno anche raccontato di cosa si occupa il soccorso lacustre (OPSA) Operatore Polivalente Salvataggio in Acqua, diviso in 2 zone: la parte di Lecco e la parte di Como.
Nella tappa successiva invece ci sono state mostrate le ferite, in particolare le varie tipologie di ustioni (1° grado - 3° grado) e una specie di laccio chiamato “tourniquet”, utile per bloccare le emorragie. L’ottava tappa trattava l’ambulanza, e i volontari ci hanno spiegato il funzionamento delle barelle, della sedia e anche della coperta termica color oro e argento.
Come ultima stazione (nonché la mia preferita), ci hanno fatto effettuare il massaggio cardiaco su dei manichini: una volta divisi in piccoli gruppi da 3 per manichino, il personale ci dava le indicazioni e noi a turno eseguivamo i “comandi”. Bisognava stare in ginocchio con le spalle all’altezza delle gambe, identificare il torace, appoggiarci il palmo di una mano e l’altra posarla sopra di essa per poi a braccia tese spingere fino a quando in una situazione reale non sarebbero arrivati i soccorsi e in caso di stanchezza qualcuno avrebbe dovuto dare il cambio. Ci è stato mostrato anche il funzionamento del defibrillatore: quando col massaggio cardiaco la persona non si sveglia e il cuore non batte più, si cerca un defibrillatore da attaccare al petto, seguendo le istruzioni che dà il macchinario stesso una volta acceso. Questa è la tappa che più ho preferito perché ho potuto fare qualcosa di pratico su un argomento (la medicina e la salute) a cui sono molto legata.
Nel 2024 mi capitò di assistere ad un’emergenza, quando una sera mia nonna si infortunò e da quel giorno le cose cambiarono totalmente. Era aprile e mia nonna al ritorno dal bagno, non so come, perse l’equilibrio e cadde all’indietro di schiena sbattendo la testa. Nessuno riuscì ad afferrarla per la velocità dell’accaduto ma la prima cosa che fece mia madre fu chiamare il Pronto Soccorso mentre mio padre restava accanto alla nonna. Una volta arrivata l’ambulanza vidi che la misero su una barella che le bloccava la testa e il bacino e da quel giorno però mia nonna non riconobbe più nessuno, smise di mangiare e faceva fatica a reggersi in piedi. Passati vari mesi la situazione peggiorò sempre di più, fino a quando la mattina del 1° agosto si spense definitivamente, e nonostante sia stato uno degli addii più difficili da accettare, penso sia stato meglio così, perchè nello stato in cui ha vissuto per mesi interi stava soffrendo, senza trovare rimedi alla sua situazione.
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