di Noemi Pontari 3A
La giornata della memoria è il 27 gennaio e viene celebrata in tutto il mondo per ricordare le tragedie che sono accadute nei confronti dei deportati.
Abbiamo iniziato ad affrontare l'argomento con la lettura del libro "Finché la mia stella brillerà" nel quale viene raccontata la vita di Liliana Segre nel campo di concentramento e il percorso che ha compiuto per arrivare lì.
Poi abbiamo visto un filmato con cui abbiamo approfondito l'applicazione delle leggi razziali nelle colonie italiane in Africa nel 1937 e successivamente in italia nel 1938 dettate da Mussolini nei confronti degli ebrei ai quali è stato evitato di lavorare in tantissimi luoghi, di frequentare gli stessi negozi in cui andavano i non ebrei e gli studenti e gli insegnanti di questa religione furono cacciati dalle scuole.
Sono state queste leggi il punto di partenza delle torture che tutti gli uomini deportati hanno dovuto subire, per alcuni prima di raggiungere la morte.
Con la prof Roncoroni abbiamo visto un docufilm che racconta la vita delle persone ad Auschwitz e tutte le terribili cose che avvenivano in questo campo di concentramento e che mostra anche il museo che conserva occhiali, scarpe, valigie, tazze e piatti, migliaia di oggetti dei deportati esposti in grandi teche di vetro.
Con il prof Alí abbiamo visto il film "Vento di Primavera" che mostra le organizzazioni di una spedizione della polizia il cui scopo era catturare più ebrei possibili per spedirli nei campi di concentramento.
Con la prof Ferrario abbiamo incontrato alcune vittime della Shoah attraverso testi letti in classe e abbiamo parlato dei giusti tra le nazioni cioè persone non ebree che hanno contribuito a salvare molte vite, come ad esempio Carlo Angela, Giorgio perlasca, Irena Sander e Gino Bartali.
Lui era un corriere della resistenza che trasportava documenti falsi nella sella della sua bici e quando veniva fermato ribatteva che la bicicletta era intoccabile perché le sue parti erano calibrate perfettamente per ottenere la massima velocità.
Così non è mai stato scoperto.
Infine l'uno febbraio siamo andati in visita al Memoriale della Shoah con la classe terza c.
Siamo partiti in bus la mattina presto e alle 9:45 ci siamo appostati davanti ad esso in attesa di entrare.
Sulla facciata principale in alto, compariva una scritta al neon di Liliana Segre, perché è stata proprio lei a volerlo, e diceva "invitami notte a immaginare le stelle".
Poi siamo entrati e davanti a me sorgeva un immenso muro di color grigio scuro con incisa la parola indifferenza costruita sempre per volere di Liliana Segre.
È stato fatto perché questa parola rappresenta tutte quelle persone non ebree che sapevano ciò che stava accadendo ma lo ignoravano e non cercavano in alcun modo di aiutare gli ebrei o di cambiare la situazione.
Una guida ci ha poi accompagnati attraverso il Memoriale raccontandoci tutto ciò che è accaduto lì è quando siamo arrivati davanti al muro ci ha augurato di riuscire a romperlo primo poi, perché l'indifferenza c'è anche oggi e bisogna sconfiggerla in modo che queste cose non accadano mai più.
Successivamente siamo andati verso i vagoni, la guida ci ha spiegato che venivano usati precedentemente per il trasporto della posta, ma durante la Shoah trasportavano i deportati verso i campi di concentramento.
Dal Binario 21, chiamato così perché si trova al di sotto di questo binario nella Stazione Centrale, sono partite di 774 persone, tra esse non solo ebrei ma anche omosessuali, disabili, oppositori politici, Testimoni di Geova e militari che venivano ammassati in più di sessanta in un singolo vagone è non avevano servizi igienici ma solo un secchio dove fare i propri bisogni.
Molti sono morti sul treno altri sono riusciti a resistere a quelle terribili condizioni.
All'interno dei vagoni c'erano anche dei sassi che gli ebrei usano come omaggio per ricordare le persone decedute.
Siamo poi passati attraverso il treno e siamo arrivati in un lungo corridoio in cui spiccava una proiezione sul muro su cui erano scritti tutti i nomi dei deportati che sono partiti da lì.
In bianco i nomi dei morti, in arancione quelli dei ventisette sopravvissuti, tra cui Liliana Segre e a turno appariva, in grande, al centro del muro, uno di essi.
Invece sul pavimento di pietra si trovavano venti cariche con scritti sopra i nomi dei campi di concentramento che furono la destinazione dei venti viaggi compiuti dal treno cioè Fossoli, Auschwitz, Bergen Belsen, Mauthausen e Bolzano.
In fondo al corridoio c'era invece il montacarichi che trasportava i vagoni nella stazione al piano superiore per farli partire.
Siamo andati poi nella stanza della riflessione, un luogo circolare con dei posti a sedere attaccati alle pareti, una sola luce proveniente dall'alto e una striscia sul pavimento di colore marrone indicante Gerusalemme, la città santa degli ebrei.
Lì abbiamo potuto riflettere su tutto ciò che abbiamo visto e sulla tragedia avvenuta finché la guida ci ha salutati.
Siamo andati in una parte del Memoriale in cui c'erano tante piccole stanze e in ognuna potevi guardare un breve filmato diverso.
Io, insieme ad altri miei compagni, ne ho visto uno in cui Liliana raccontava la sua partenza per Auschwitz.
Infine ci siamo diretti verso l'uscita ma prima abbiamo potuto ammirare la grande biblioteca a due piani, sempre all'interno del memoriale, che è aperta tutti per studiare o per leggere.
Finita la visita siamo tornati a scuola verso mezzogiorno e abbiamo parlato riflettuto su tutto ciò che abbiamo visto e sentito raccontare dalla guida.
Penso che sia stata una bella esperienza anche se un po' triste.
Non avrei mai pensato che gli uomini fossero in grado di compiere azioni così crudeli invece ora lo penso eccome perché è successo e ne sono inorridita.
Questa gita è stata utile per ricordare ciò che è accaduto e per riflettere attentamente in modo che vicende del genere non accadano mai più nei confronti di nessuno.
Questa visita è stata anche un buon modo per approfondire dal vivo tutto ciò di cui abbiamo parlato e siccome dopo tanto tempo siamo riusciti a compiere un'esperienza diversa e particolare che ci insegna molto dobbiamo usarla per migliorarci, provare a migliorare gli altri e il mondo che ci circonda abbattendo indifferenza e il pensiero che le persone con diversità culturali, religiose, etniche, fisiche e mentali siano una cosa sbagliata da annientare o semplicemente discriminare.
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