venerdì 27 marzo 2020

Raccontiamoci una storia - I RACCONTI

L'OMBRA DEL NULLA di Ilaria, Lisa e Alice - 2'D

Caos. E’ proprio questo di cui parleremo; questa storia parla di come, una sola persona, purché insignificante, possa cambiare tutto.
Naya. Un luogo che non aveva più un futuro, abitato da creature senza passato, dove tutto era nulla ed il Nulla non aveva un padrone, almeno così si credeva. Ma partiamo dal principio.
Libertà, solo quello gli importava.
Quindici anni, quindici lunghissimi anni di quella che definiva prigionia nell’orfanotrofio in cui era cresciuto, senza poter decidere nulla della propria vita. La rabbia e il rancore l’avevano plasmato, in lui vi era solo il vago ricordo del bambino che era un tempo, sempre che fosse stato felice allora. La frustrazione e l’odio si facevano via via più nitidi dentro di sé ogni volta che si faceva sopraffare da quella parte di lui nascosta nel profondo della sua anima, sempre che ne avesse una. I suoi pensieri vennero improvvisamente interrotti dalle grida di alcuni abitanti terrorizzati che cercavano di sfuggire al Nulla, ma niente poteva sfuggirgli, perché appena esso li avesse sfiorati sarebbero svaniti nel vento. Intanto una voce si faceva strada a Naya, era la sua voce, quella del Nulla, che diceva tutto e niente. Lui la sentiva: era sempre più vicina, le parole gli arrivavano chiare da sempre, dal primo giorno in cui quella disgrazia si era abbattuta sulla sua città.
Will si guardò allo specchio: i capelli dorati gli ricadevano sul viso e coprivano la cicatrice che gli aveva sottratto la vista da un occhio; voleva coprire quella parte di sé che non aveva mai mostrato e non aveva intenzione di mostrare. Guardando il suo riflesso non riusciva a pensare ad altro se non a quanto si sentisse terribilmente solo. Ma era sempre stato così: anche quando era piccolo, era stato obbligato ad allontanarsi dagli altri per via del suo problema: era un lupo mannaro. Ormai era abituato a non avere nessuno, ma, delle volte, si chiedeva perché tutto quello fosse capitato proprio a lui, il suo unico desiderio era vivere una vita normale ma sapeva bene che non era possibile.
Passarono alcuni giorni, il Nulla continuava a seminare terrore e Will si sentiva sempre peggio: tra pochi giorni ci sarebbe stata la luna piena e quello era il momento peggiore. Quando diventava un lupo mannaro non poteva controllarsi e, una volta tornato normale non ricordava ciò che aveva compiuto, la cicatrice sull'occhio ne era la prova: non aveva idea di come se la fosse procurata, eppure era lì. Inoltre, era impossibile resistere all’impulso irrefrenabile di attaccare qualcuno, avrebbe attaccato chiunque egli avesse incontrato, senza fare alcuna differenza.
Ad un certo punto il ragazzo sentì una rabbia incontrollabile trafiggerlo e poi, di colpo, il Nulla risucchiò l’intero villaggio. Era molto strano, lui sentiva l'impulso di attaccare e il Nulla attaccava, lui era triste e solo e il Nulla lasciava tristezza e solitudine. Will capì... Era lui, era lui a controllare il Nulla, era lui la causa di tutto quello. Guardò la collina su cui una volta vi era stato il villaggio e decise di partire, allontanandosi da tutto e da tutti: non aveva intenzione di arrecare altri danni agli altri. Iniziò a correre disperatamente verso la foresta. In pochi minuti arrivò ai margini di essa e si sedette su una roccia a riflettere sull’accaduto e su quanto scoperto.
-Felicità, è questo di cui hai bisogno-         
Sussurrò una voce flebile proveniente da vicino. Will si girò verso il punto da cui sembrava provenire e notò una giovane ragazza dai capelli rossi avvolta in un mantello verde acqua. Teneva il cappuccio calato sugli occhi, il che rendeva impossibile al ragazzo di riconoscerla.
- Io ti posso insegnare la felicità, ma tu dovrai fidarti di me-
- E come so che posso fidarmi di te…-
Chiese il ragazzo, ma lei lo interruppe
- Appunto, devi fidarti!-
 Detto ciò la ragazza misteriosa si sedette su un tronco abbattuto, pensierosa,
-Il Nulla è come un’anima senza corpo che si nutre delle tue emozioni, sono queste che lo controllano, bada: le emozioni del lupo, non quelle del ragazzo che sei ora... perciò l'unica soluzione è quella di reprimere il lupo che c'è in te-
La giovane insegnò a Will come reprimere la rabbia e svuotare la mente. Il lupo mannaro non doveva assolutamente venire a galla durante la missione! Gli spiegò tattiche per gestire la rabbia e metodi per pensare sempre positivo. Sembrava che tutto stesse andando bene: il ragazzo stava cercando di imparare ad essere felice, anche se con qualche difficoltà. Ma la sua non sembrava felicità pura, sembrava qualcosa più simile ad un’emozione sconosciuta, a volte i sorrisi parevano più delle smorfie… Quando lo notava Talia, così si chiamava la ragazza, pensava che le persone non potevano essere felici da un giorno all’altro, almeno non del tutto, soprattutto dopo quindici anni.
Il piano era questo: Will sarebbe andato davanti al Nulla concentrandosi sulla felicità, svuotando i pensieri ed eliminando la rabbia da se stesso. Niente li poteva fermare: avrebbero sconfitto quella forza che stava distruggendo Naya!
Ma in tutta la frenesia dei tre giorni che aveva passato con la ragazza, Will aveva dimenticato di essere un lupo mannaro. Infatti, una sera, mentre passeggiava per la foresta, le nuvole che offuscavano il cielo si spostarono mostrando una luna piena che sembrava essere più luminosa che mai. Se si fosse trasformato avrebbe mandato all'aria tutti i piani e sarebbe stata la fine: il Nulla avrebbe trionfato. Will cercò di resistere alla luna, ci provò con tutte le sue forze ma fu inutile, quella sfera luminosa era troppo potente e impossibile da sopraffare. Un attimo dopo il ragazzo si stava trasformando in una creatura che difficilmente avrebbe sconfitto quel male che stava facendo svanire tutto senza lasciare altro che paura e tenebre. Talia arrivò correndo: aveva un brutto presentimento, anche se l’amico non le aveva detto niente sapeva che c'era qualcosa. Quando si fermò lo chiamò:
- Will, dove sei? Will!-
Poi scorse qualcosa muoversi tra le foglie, ma non fece in tempo a dire una sola parola che un terribile lupo bianco la stava assalendo.
-Will, resisti! Devi combattere, non darla vinta al Nulla! -
Gli gridò lei cercando di farlo tornare in sé. Riuscì a liberarsi dalla stretta del lupo ed indietreggiò cercando di rimanergli lontana il più possibile;
-Posso cavarmela in due modi...-
Pensò.
-Posso aspettare che finisca l’effetto della luna piena...oppure... -
Si guardò intorno, se avesse aspettato non ci sarebbe stato tempo per sconfiggere il Nulla, così andò verso il lupo e gli parlò cautamente:
-Will io confido in te! Ce la puoi fare, hai imparato a reprimere la rabbia, adesso reprimi quella malvagia creatura che c'è in te-.
L'animale la fissò attentamente e dopo molti sforzi il lupo sparì, lasciando al suo posto un giovane ansimante.
-Ce l'hai fatta, sono fiera di te!-
Disse con gli occhi che, sotto il cappuccio del mantello, le luccicavano dalla gioia.
Forse fu proprio la voce di lei a dargli la forza e il coraggio per continuare nell'impresa, fatto sta che Will cominciò a correre al villaggio: aveva sconfitto la parte di sé che più odiava, in confronto il Nulla gli sembrava una bazzecola! Forse esagerava, perché, arrivato sul posto, provò una sensazione decisamente nuova, simile alla paura…
-Non fermarti Will, io credo in te!-
Gli sussurrò una vocina.
-Ricorda tutto quello che ti ho insegnato, sii raggiante, splendi come il sole!-
A quelle parole il ragazzo si sentì veramente felice dopo quindici anni. Sorrise.
-Non ho paura di te!-
Gridò avanzando verso la collina.
-Sono felice ora! Non farai più paura a nessuno!-
Il Nulla a quelle parole disse sghignazzando:
-Vedremo per quanto ancora avrai quel sorrisino stampato in volto-
Il ragazzo era pronto ad affrontarlo ma... non aveva armi!
-Pensa Will, pensa!-
Continuava a ripetere; dopo qualche istante arrivò alla soluzione: poteva sconfiggerlo soltanto mettendo in pratica gli insegnamenti di Talia, la sua arma era la felicità! Doveva sorridere, pensare a tutto ciò che lo rendeva gioioso… nella sua mente erano impressi tutti i ricordi più belli, ovvero i momenti passati con lei, con la ragazza che finalmente aveva capito di amare e, senza neppure accorgersi, in quel momento nella sua mano apparve una spada dorata su cui era inciso il suo nome
-Che gioia!-
Finalmente si sentiva speciale, e non avrebbe permesso al Nulla di rovinare tutto.
Si fece coraggio, tese il braccio impugnando saldamente la spada e corse incontro al Nulla; dopo essere arrivato all’altezza desiderata lo trafisse direttamente nel cuore, il punto nel quale teneva rinchiuse tutte le emozioni delle quali si era nutrito. Era finita; aveva vinto.
Il Nulla era scomparso definitivamente svanendo nell’aria in un alone grigio; lasciando cadere a terra un bracciale formato da zaffiri, i quali nel suo paese simboleggiavano la vita, la rinascita. Guardò la collina: le case e gli abitanti stavano ricomparendo; Naya era tornata.
-Ce l’hai fatta!-
Esultò alle sue spalle una flebile voce, la voce di Talia.
-S-sì... ce l’ho fatta ed è tutto grazie a te!-
Disse commosso Will mentre delle lacrime di gioia gli rigavano il viso. Non era sicuro di cosa stesse per succedere, ma era più che certo di ciò che provava in quel momento: amore, un incontrollato amore.  Era un vero e unico miracolo: fino a cinque giorni prima aveva provato solo rabbia, tristezza e dolore e ora, invece, era più felice che mai!
-Questa ti appartiene...-
Disse Will dando il bracciale a Talia, poi fece per metterglielo ma lei indietreggiò.
-Non credo che sia una buona idea!-
- Ma perchè? Talia, tu sei molto speciale per me, e voglio che tutto il mondo lo sappia: quando vedranno il bracciale capiranno ciò che provo per te ed allora condivideranno la mia gioia!-
Dopo aver visto quanto Will ci tenesse, Talia si fece mettere il bracciale. Aveva un'immensa paura di ciò che poteva succedere… temeva un suo bacio ma allo stesso tempo lo desiderava…
Poi, d'un tratto, le loro labbra si toccarono; fu un momento speciale, come le persone che ne erano protagoniste.
Quando i due si separarono, lui le tolse il cappuccio; i loro sguardi si incrociarono per la prima ed ultima volta, gli occhi di entrambi luccicavano come stelle, ma nemmeno il tempo di sorriderle che lei sparì in una nuvola di fumo. In un solo istante tutti i suoi sogni e le sue certezze si erano infranti, la ragazza che amava era appena scomparsa davanti a lui era triste certo, ma capì che doveva andare avanti, per lei, per Talia. Aveva appena sconfitto il male, la malinconia, non poteva certo far finire tutto così in fretta! Doveva combattere contro le sue emozioni solo così si sarebbe sentito meglio, solo in quel modo non avrebbe reso gli sforzi di Talia vani. Solo una cosa non gli era del tutto chiara, non capiva perché lei non gli avesse mai detto nulla, perché aveva deciso di aiutarlo? E perché era uscita dalla sua vita silenziosamente, proprio come ci era entrata. Si sedette a terra e continuò a farsi domande al riguardo. Poi, ad un certo punto, un'idea lo illuminò. Era più un'ipotesi, qualcosa di cui non fosse realmente sicuro… Forse Talia, era stata come la raffigurazione della letizia e della pace, venuta dal profondo del suo cuore, pronta ad aiutarlo e a renderlo felice, sconfiggendo l’amarezza e lo sconforto.
Non scoprì mai la verità, ma quando gli tornava in mente Talia preferiva pensare che fosse come aveva ipotizzato lui.

2 commenti:

  1. Bel lavoro. Brave. Giovani scrittrici cercate .... e trovate. Elisabetta e Giacomo

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  2. Io non sapevo che in te,Lisa,nelle tue compagne e nelle tue insegnanti si celasse una cosi' profonda inclinazione filosofica e letteraria!!





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