martedì 4 gennaio 2022

RACCONTI D'AVVENTURA

IL PIRATA DAL CUORE PERDUTO

di SOFIA SECRETI 2B
 
Sono il pirata Francis Drake e sto ammirando la mia ciurma all’opera con la nave, ma adesso vi racconto un po’ di me.
Ho sempre vissuto su una nave pirata fin da piccolo, visto che i miei genitori facevano parte della ciurma Aston.
Il mio aspetto non sembra quello di un pirata minaccioso, ma quello di un gentiluomo.
Passando al mio aspetto vero e proprio, ho gli occhi marroni e piccoli che sembrano tracciare una traiettoria ogni volta che avvistano qualcosa. Ho sopracciglia nere e sottili, un naso non molto pronunciato e baffi sottili quasi inesistenti. È da qui che nasce il mio soprannome “il senza barba”.
Una cosa a cui tengo tanto quanto l’oro sono i miei baffi e i capelli neri corvini, i baffi devono avere bordi ben definiti e con una lunghezza moderata. I capelli sono raccolti dietro al capo. Ho una corporatura longilinea e mani affusolate molto morbide al tatto.
Indosso sempre i guanti di pelle nera visto che le mie mani non mi piacciono.
Il mio vestiario giornaliero è formato da una giacca nera lucida massiccia, con dei foderi per le spade e le armi.
Ho più di cinquanta pantaloni dello stesso modello: lunghi, marroni e a zampa.
Per le occasioni indosso una pelliccia beige intorno al collo.
Tra le tante missioni che avevo compiuto (navi fantasma, isole infestate e attacchi vari), una ancora mi rimuginava nella testa, cioè la ricerca di mio padre.
Era da anni che lo cercavo con l’aiuto di mappe, diari, ma forse l’indomani l’avrei finalmente trovato. Le ricerche immense mi portavano tutte in un unico posto: "Vendelem" un paesino russo medievale.
Entrai da solo, a primo impatto mi sembrava grazioso, familiare e protettivo.
Erano immense le casette rosa pastello, gialle e bianche con infinite stradine.
La cosa che saltava all’occhio erano i balconcini rossi, decorati da ghirlande di ulivo.
Arrivai nell’unica piazza del paese.
Era di forma circolare con incisi sul pavimento di pietra i punti cardinali. Dopo averla girata tutta vidi una grande fontana adornata da fiori gialli. I fiori mi parevano papaveri. Poi mi sedetti sull’unica panchina a riflettere e iniziai a pensare.
Ripensandoci mi pareva familiare quella piazza.
Un colpo di fulmine si accese nella mente e subito iniziai a mettere insieme i pezzi.
“Ma certo!” esclamai, quella piazza era la perfetta ricostruzione in scala del progetto che feci con mio padre. Conservo ancora il modellino sulla mia nave .
Estrassi un pezzo di pergamena dalla tasca e iniziai a disegnare le case che avevamo assegnato ai parenti.
Se tutto combaciava, come pensavo, sarei presto arrivato da mio padre!
Iniziai a correre senza sosta, ma quando arrivai rimasi spiazzato, esclamai “ma certo! Papà adesso avrebbe centotre anni”.
Come ho fatto a non pensarci!?
Al posto della casa vidi una grande tomba, con tantissime dediche e una sua foto.
Una lacrima mi scese sul volto, appoggiai il viso accanto alla sua foto, felice di aver risolto la mia più grande missione.



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