di Simone Bellemo e Alessandro Mascellani
Abbiamo intervstato i nostri genitori che ci hanno raccontato la loro esperienza di sportivi:
1) Chi siete?
Andrea: Sono Andrea Mascellani, ho 40 anni e lavoro nell'informatica. In adolescenza, appassionato di ciclismo, ho corso due anni come allievo, due anni come juniores per poi smettere di correre e per due anni ho fatto il direttore sportivo di una squadra di giovanissimi, quindi ragazzi che avevano circa l'età che voi avete oggi.
Emanuele: Sono Emanuele Bellemo ho 44 anni e lavoro in un supermercato svizzero. Ho corso sei anni nei giovanissimi, due anni negli esordienti, due anni come allievo, due anni da juniores, e ho corso quattro anni negli under 23 (dilettanti)
2) Quando sei andato per la prima volta in bici?
Andrea: Che io ricordi, un po' come tutti ho imparato tra i 4 e i 6 anni, poi si è sviluppata la passione e la voglia agonistica che in adolescenza mi ha portato a correre.
Emanuele: Ho imparato ad andare in bici all’età di 4 anni e ho iniziato in modo serio a 6 anni
3) Cosa sognavi di diventare da bambino?
Andrea: In realtà non ho mai avuto ambizioni particolari sul ciclismo, sapevo che avrei corso solo per passione finché avrei potuto.
Emanuele: Da bambino volevo diventare come prima scelta un cuoco e nel caso la seconda opzione era il geometra
4) Cosa ti ricordi della tua prima corsa?
Andrea: Ricordo che tutte le buone regole per la preparazione erano saltate: la notte prima ero agitatissimo e non ho dormito. Presentatomi stremato alla gara, ho anche tentato una fuga nei primi Km, ma poi tutti i nodi vengono al pettine: dopo un terzo di gara mi sono dovuto ritirare.
Emanuele: Mi ricordo che non ero particolarmente stabile visto che una bici normale e una da corsa non sono molto simili e arrivai ultimo dicendo a mio nonno che non era andata malissimo perché secondo me ero arrivato quinto ma lui mi fece notare che eravamo in 5
5) Come ti comportavi durante le corse?
Andrea: L'unico modo che avevo per correre era con determinazione: non avevo grandi mezzi e quindi dovevo dare il 100% anche solo per stare in gruppo o per piccoli exploit.
Emanuele: Da piccolo pedalavo più forte che potevo e c’era poco gioco di squadra, invece, crescendo di età e di categoria in base al percorso e alle qualità dei componenti della squadra si cercavano di esaltare quelle del capitano di giornata.
6) Quando hai deciso di dedicarti completamente al ciclismo?
Andrea: Intorno ai 13-14 anni
Emanuele: Mi sono sempre dedicato al ciclismo e dopo aver ultimato gli studi a 16 anni, fino a 21 anni è stata la mia attività principale e remunerata
7) Perché hai deciso di smettere di correre?
Andrea: Due le ragioni principali: non avevo delle prestazioni competitive e dalla categoria dopo la mia sarebbe praticamente stato obbligatorio fare uso di sostanze dopanti
Emanuele: Dopo tanti anni mi ero un po’ stancato e nonostante ottenessi buoni risultati per poter passare professionista bisognava usare troppe sostanze dopanti
8) Hai mai usato sostanze dopanti? Cosa ne pensi?
Andrea: Io e la mia squadra non abbiamo mai usato sostanze dopanti. Iniziavamo la stagione con una lezione teorica sul tema, spiegando, per ogni sostanza di moda in quel periodo, i pro e i contro. È un approccio che ho tenuto anche da direttore sportivo in modo che ciascuno fosse consapevole di cosa volevamo evitare. Purtroppo sappiamo bene che nell'ambiente, specie in quegli anni, dominava un pensiero diverso. E se questo, tra adulti, può essere rinviato a scellerate scelte personali, suscita profonda amarezza la constatazione che in alcuni casi queste scelte venivano fatte a discapito della salute di ragazzi in crescita.
Emanuele: Nonostante pensassi fosse una scelta sbagliata una volta passato nella categoria under23 al secondo anno per poter essere allo stesso livello di tutti gli altri ho iniziato a usare sostanze dopanti.
In quel periodo era prassi comune di tutte le società sportive di un certo livello.
9) Cosa pensi di un ciclista che si dopa?
Andrea: Se è un adulto, penso che stia facendo una scelta sbagliata ma che è libero di farla, sacrificando la propria salute e adattandosi ad un contesto dove tutti lo fanno e puoi solo decidere se adattarti a questa regola non scritta oppure smettere. Se è un ragazzo, penso si stia rovinando la vita per sempre perché tutte le droghe portano dei danni irreversibili alla salute, soprattutto durante la crescita, e nessun ragazzo dovrebbe essere messo nelle condizioni di farsi un male così profondo e così irrecuperabile in un’età in cui ancora si sta formando una visione della vita.
Emanuele: Nonostante la mia esperienza personale di cui ho già parlato, ritengo che sia un modo sbagliato di fare sport perché si rischia di andare incontro a problemi di salute gravi ed è il motivo principale per cui ho deciso di abbandonare questa carriera.
10) Hai mai voluto provare a doparti?
Andrea: No, nonostante avessi delle caratteristiche fisiche (valori del sangue) per cui avrei tratto il massimo beneficio da questo (e mi è stato anche indicato), non ho mai voluto mettere il valore di una gara ciclistica al pari del valore della mia vita
Emanuele: Si nonostante sapessi di fare una scelta sbagliata, l'ho provato.
Andrea Mascellani
Emanuele Bellemo
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