domenica 19 aprile 2020

Raccontiamoci una storia - I RACCONTI

IL SOGNO DEL MALE di Elena - 1'E

Un tempo sulla Terra la maggior parte delle persone era felice. Il nostro pianeta era pieno di allegria, di gioia, di vivacità e di colori.
Un giorno però arrivò un virus molto cattivo: poteva portare anche alla morte.
La maggior parte delle persone cominciò ad impaurirsi e a chiudersi in casa.
Piano piano le persone si demoralizzarono e la Terra divenne ben presto un luogo scuro, buio e grigio.
Dopo un mese chiusi in casa, le persone diventarono sempre più tristi, poche, nonostante tutto, cercavano di essere felici.
Una di queste era Anna: una ragazzina dagli occhi verdi, i capelli ricci e marroni spesso legati con una coda e con le lentiggini sul viso. Era vivace, allegra, gentile e disponibile. Lei cercava in tutti i modi di sollevare il morale dei suoi familiari ma proprio non ci riusciva.
Anche la sua migliore amica, una ragazza di nome Silvia, era molto triste. Anna provava a farla sorridere inviandole barzellette divertenti dal suo cellulare ma Silvia o non le rispondeva oppure rispondeva con messaggi tristi e malinconici. Anna era stanca di questo mondo grigio e sentiva dentro di sé la voglia di evadere, di scappare via e di trasferirsi su un altro pianeta, almeno finché il virus non se ne fosse andato.
Una sera Anna, un po’ triste, si buttò sul suo letto e disse fra sé e sé: “Non ce la faccio più! Non vedo l'ora di tornare alla mia vita normale.” Poi però pensò a quanto sarebbe stata felice la gente quando tutto sarebbe tornato come prima: ad esempio tutti gli alunni probabilmente avrebbero iniziato ad essere contenti di tornare a scuola e non avrebbero aspettato più con impazienza le vacanze estive ma avrebbero imparato a gustare ogni singolo momento della vita.
Questo pensiero fece diventare Anna molto felice. Poi scherzando si disse: “Quanto mi piacerebbe sconfiggere questa malattia! Così diventerei di sicuro una super eroina!”.
“Davvero vuoi sconfiggere il virus?” Chiese una vocina dolce.
Anna si girò sorpresa e vide una strana creatura seduta sul suo cuscino.
“CHI SEI? COSA VUOI DA ME?!” Chiese Anna, spaventatissima.
“Stai calma, non devi aver paura!” Le sussurrò quello strano esserino.
Anna si mise a fissarla intensamente: aveva i capelli lunghi e biondi, un visino simpatico e maturo (molto simile a quello di una madre), due occhi grandi, vivaci e di colore blu, aveva due ali e, al posto delle gambe, una coda da sirena.
Anna le chiese nuovamente, con un po’ più di calma, chi fosse.
La creatura le disse: “Io sono Felicità!” “Come? Io pensavo che la felicità fosse astratta!” rispose Anna sbalordita. “Infatti io non sono la felicità che provate voi uomini, sono colei che aiuta la felicità ad entrare nei vostri cuori.”
Anna, incredula, pensò che stesse sognando e che qualche ora dopo si sarebbe svegliata e avrebbe deriso questo assurdo sogno.
“Davvero vorresti sconfiggere questa malattia?” Le domandò di nuovo la Felicità.
“Sì, lo vorrei! Non so però come posso fare!!” Rispose Anna, ancora convinta che fosse tutto un sogno.
“Per sconfiggere il virus devi prima sconfiggere il suo creatore.” La informò la Felicità.
“Chi è il suo creatore?” Chiese la ragazza.
“Non lo so!” Disse la creatura.
“Se non so chi sia come faccio a sconfiggerlo?” Domandò Anna.
“Lo devi cercare.” Le disse seria Felicità, poi, vedendo che la ragazza la guardava confusa le domandò: “Sei ancora convinta di voler sconfiggere il virus?” La ragazza annuì e poi chiese: “Come faccio a trovare il suo creatore?” “Non lo so, io se fossi in te lo cercherei a Fantasy: lì il virus c’era ancora prima che arrivasse sulla Terra” Suggerì Felicità. “Dov’è Fantasy?” domandò la ragazza. “Fantasy è un pianeta e per raggiungerlo ti darò la mia polverina magica: ti farà volare e ti trasporterà ovunque tu voglia.” La informò Felicità. “Ok, grazie!”  rispose la ragazza prendendo la polverina magica. “Aspetta, prima che tu vada, voglio donarti questa collana fatta con le rose bianche che crescono a Sentimentilandia, il mio pianeta: è un portafortuna e si dice che quando si entra in contatto con qualcuno malato queste diventano rosse.” Anna la prese e la ringraziò. La Felicità aprì la finestra e in camera di Anna piombò un forte vento gelido. Anna sentì freddo e allora capì che non si trattava di un sogno. Sapeva però che se si fosse tirata indietro avrebbe fatto una figuraccia, allora stette zitta. “Perchè non vieni con me? Se ci fossi anche tu sarei più tranquilla!” Le disse Anna.
“Io non posso venire: devo già cercare di far tornar felice il cuore di molte persone e poi qualche mese fa ho litigato con Malignità e lei, arrabbiata, se n'è andata da Sentimentilandia e adesso sono preoccupata per lei e la voglio cercare. Però se avessi bisogno del mio aiuto chiamami forte sette volte, io riuscirò a sentirti e verrò da te all’istante. Ora vai!”
Anna si mise sopra la camicia da notte un maglioncino e, con molta paura, si lanciò fuori dalla finestra e la polverina la trascinò in giro per il cielo. La ragazza si sentì volteggiare nell’aria e questo la fece rilassare un po’. Anna vide splendidi paesaggi, osservò la luna piena e i pianeti da vicino, si divertì molto e si dimenticò addirittura delle sue preoccupazioni.
Dopo due o tre ore di volo nel bellissimo cielo stellato, Anna si sentì precipitare e, dopo un paio di metri, cadde su uno strano terreno fatto con la gomma da masticare. “BLEAH! CHE SCHIFO!!” Urlò la ragazza. Ad un certo punto Anna cominciò a guardarsi intorno e vide delle case fatte tutte di dolci; affacciati alla finestra c’erano degli esseri che la guardavano. Uno di essi ebbe il coraggio aprire un attimo la finestra, fatta di liquirizia, e dire: “Ehi tu! Cosa sei?! Cosa ci fai qui? Perchè sei fuori!” “Io sono Anna, sono una ragazza e sono fuori perchè non sono dentro.” “Sei una ragazza… dunque sei una terrestre, giusto?” Chiese lui. “Sì” rispose Anna. “Che ci fai qui a Fantasy? Sul tuo pianeta c’è il virus?” Anna allora gli raccontò la sua storia. La creatura la ascoltò con molta attenzione e le disse: “Sei sicura che stai bene? Posso invitarti a casa mia?” “Certo, se fossi malata le mie rose sarebbero diventate rosse” Disse la ragazza. “Va bene, allora vieni!” Disse lui. Anna aprì con cautela la porta della sua casa, fatta con dei biscotti. Appena entrò vide l’essere e, dalle sue orecchie appuntite, capì che era un elfo. “Accomodati pure” disse lui invitandola a sedersi nella sua cucina. “Vuoi un po’ di me?” Le chiese l’elfo
“Che cos’è il me?” Domandò lei. “E’ una bevanda calda che sa di limone.” Rispose lui. “Ah! Noi sulla Terra lo chiamiamo tè. Comunque, sì, lo vorrei volentieri, grazie” Disse Anna. L’elfo la servì. Dopo la ragazza gli chiese: “Come ti chiami?” “Mi chiamo Jack e sono un elfo.” Rispose lui. “Questo l’avevo capito!” esclamò Anna. “Sei molto coraggiosa a voler salvare il tuo pianeta dal virus! Anch’io vorrei salvare il mio…” Fece Jack.  “Se vuoi puoi venire con me!” Gli disse Anna. L’elfo contento accettò.
Il giorno dopo i due vagarono senza sosta per tutta Fantasy, per trovare il creatore del virus, e incontrarono molte creature strane: elfi, folletti, nani, gnomi, fate, maghi, streghe, alberi parlanti…
Dissero a ciascuno di rispettare le regole ovvero di non uscire, di restare in casa e di lavarsi bene le mani o le foglie sui rami. Dopo due mesi di continuo viaggio i due giunsero in un luogo disabitato: non c’erano né case, né strade, né negozi e non c’erano neanche alberi, fiori o cespugli. C’era solo una grotta. Anna e Jack, incuriositi, vi entrarono. All’improvviso le rose di Anna diventarono di un rosso intenso. “Penso che abbiamo trovato la fonte del virus!” Disse l’elfo ad Anna. “Che stiamo aspettando! Andiamo a vedere il creatore del virus!” esclamò Anna. “Stai scherzando! Se entriamo è sicuro che ci ammaliamo! Dobbiamo stare lontani dal virus!! È troppo pericoloso!!” L’avvertì Jack. “Lo so, ma se non entriamo come facciamo a sconfiggere il virus e a tornare alla vita di prima?! Dobbiamo per forza rischiare! Se hai troppa paura però resta pure fuori, completerò la missione da sola! Sai, non pensavo fossi così fifone!” Disse Anna scherzando. “Dai Anna basta! Scusa se mi preoccupo della nostra salute!” Esclamò Jack, un po’ offeso. “Mi dispiace, non volevo farti arrabbiare!” Disse Anna risentita. “Stai tranquilla, ti perdono. Comunque hai ragione, verrò con te: non voglio abbandonarti proprio ora che abbiamo trovato il cattivo! Mia nonna dice sempre che quando si inizia una cosa bisogna finirla!” Rispose l’elfo. “Sono contenta che vieni con me!” Esclamò la ragazza.
Allora i due si fecero coraggio ed entrarono nella grotta. Una volta entrati essi notarono che più si addentravano nella grotta, più le rose di Anna diventavano rosse. All’improvviso Anna e Jack videro un calderone con dentro uno strano intruglio che veniva mescolato da un mestolo che volteggiava nell’aria senza che nessuno lo tenesse. I due spaventati si nascosero dietro una roccia. Ad un certo punto nella grotta si sentì una strana voce che diceva: “Bene, bene, bene! Ecco pronta un’altra porzione di virus!!” Poi aggiunse, rivolta alla sua pozione: “Forza piccoli virus, andate e infestate il primo corpo che trovate!! AH AH AH AH!!”. Successivamente il calderone si rovesciò e vi uscirono tanti virus talmente piccoli che erano invisibili a occhio nudo. Anna si accorse che la sua rosa era diventata rossa, così rossa che sembrava stesse prendendo fuoco. I due spaventati urlarono facendo così saltare la loro copertura.
La voce misteriosa si accorse di loro si avvicinò e urlò in modo minaccioso: “Chi siete?! Che ci fate qui?! Non avete sentito ciò che ho appena detto?!”. I due erano molto impauriti e non ebbero il coraggio di rispondergli. “Date una risposta alla mie domanda o ve ne pentirete!” Anna allora prese coraggio e disse: “Noi siamo coloro che ti sconfiggeranno e sarai tu in prigione a pentirti di aver creato il virus!!” “Voi pensate di potermi battere! Siete ingenui, molto ingenui!! Come potete pensare di chiudere in prigione qualcosa che neanche vedete!! Avanti, provate a prendermi!!!” Li sfidò il cattivo prima di correre fuori dalla grotta. I due provarono a inseguirlo ma non riuscivano proprio ad acchiapparlo. Il cattivo infatti oltre ad essere invisibile era anche molto agile e tutte le volte che Anna o l’elfo provavano a saltargli addosso lui riusciva sempre a fuggire. All’improvviso però cominciò a piovere... non a piovere acqua ma nutella. La nutella cadde anche sul corpo invisibile del cattivo rendendolo visibile. In questo modo i due riuscirono a individuarlo e, con più facilità a catturarlo.
Una volta acchiappato, Anna colma di gioia chiamò per sette volte la Felicità e non appena arrivò la ragazza le raccontò di tutte le sue avventure e di come, per la prima volta in vita sua, fosse felice che avesse piovuto. La Felicità ascoltò con attenzione il racconto della ragazza e alla fine esclamò: “Anna, sei stata bravissima!! Anche tu Jack hai avuto un grande coraggio!! Allora, avete capito chi è il cattivo?!”
“In realtà no.” Disse Anna. “Chi sei?!” Chiese curiosa la Felicità al cattivo. “Sono una tua vecchia amica!” Rispose l’essere invisibile. Poi schioccò le dita e mostrò la sua identità. “Non ci credo! Tu sei Malignità!! Perché hai creato questo virus?! come mai l’hai fatto?!” Esclamò sorpresa Felicità. “L'ho fatto perché voi sentimenti non mi facevate mai lavorare!! Allora arrabbiata me ne sono andata e, con i miei poteri, mi sono resa invisibile e ho creato un virus che potesse contagiare tutti eccetto me, in modo che tutte le persone per non prenderlo si chiudessero in casa, si scoraggiassero e iniziassero a vivere tristi, arrabbiati e malcontenti come me.”
“Oh, perchè l’hai fatto? Bastava che mi raccontassi prima i tuoi dispiaceri e tutto si sarebbe risolto: avremmo trovato insieme una soluzione! Adesso invece saremo costretti a rinchiuderti in prigione!!” Disse Felicità. Malignità si mise a piangere. “Scusa, adesso se Malignità smettesse di produrre i virus la malattia comunque continuerebbe a diffondersi grazie ai virus in libertà, vero?” Chiese Anna. Felicità annuì. “Dunque dovremo stare ancora chiusi in casa almeno per un paio di mesi” Disse di nuovo Anna. “Sì” Le rispose l’elfo. “Allora perchè invece di mandare Malignità in prigione non le facciamo scontare le sue pene facendola viaggiare per tutti i pianeti che hanno subito il suo torto!” Propose la ragazza. “A che scopo?” Domandarono Jack e Felicità. “Mandiamo Malignità in tutte le città a convincere le persone a restare in casa, ad andare a trovare i malati e a far divertire le persone malcontente!” Esclamò la ragazza. “E’ un'idea meravigliosa!” Rispose con entusiasmo Felicità. Malignità dunque fu mandata su tutti i pianeti e, quando il virus se ne fu andato, tornò a Sentimentilandia molto diversa: era diventata gentile e generosa dato che aveva scoperto la bellezza di fare del bene. Non era più sempre triste e arrabbiata ma allegra e spensierata. I sentimenti, vedendo questo suo improvviso cambiamento, capirono che il nome Malignità non le si addiceva più. Dunque, decisero di cambiarle nome. Da quel giorno Malignità fu battezzata come Benevolenza e le diedero un nuovo incarico: quello di sostenere le persone arrabbiate, insensibili e vendicative ad aiutare e a voler bene a tutti coloro che sono in difficoltà. Anna intanto era tornata sulla Terra e aveva riabbracciato i suoi cari che la credevano scomparsa. La ragazza non si dimenticò mai della sua avventura e ogni sera con la sua polverina andò a trovare i suoi amici su Fantasy per vivere con loro altri fantastici momenti.

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