C’era una volta un ragazzo di nome Tiziano che viveva nel regno di Mendamillo. Suo padre era un grande cavaliere che aveva sempre aiutato il re nei momenti di difficoltà, tanto che il re lo considerava come un fratello. Il ragazzo invece aveva fatto amicizia con gli animali del bosco. Il regno era molto conosciuto perché custodiva una pietra magica: la pietra dell’immortalità.
Il popolo vicino, il regno di Nutellonzia, era sempre stato invidioso di questa pietra e riteneva che gli abitanti di Mendamillo non fossero “degni” di essa. Un giorno arrivarono dei messaggeri del popolo di Nutellonzia e annunciarono queste parole: “Sua maestà Burlonio vi sfida ad una battaglia per aggiudicarsi la pietra”. Ma il re non intendeva gareggiare: “Non metto in pericolo la pietra, poiché finirebbe nelle mani sbagliate”.
Passarono i giorni ed il re continuava a ricevere lo stesso messaggio, lui però continuava a rifiutare così il re Burlonio prese la seguente decisione: “Se lui non accetta la proposta, troverò un modo per fargliela accettare: manderò alcuni soldati a distruggere i suoi magazzini”. E così fu. La stessa notte alcuni soldati si infiltrarono nel regno e distrussero i magazzini come preannunciato. Il giorno seguente arrivò in tutta fretta il capo delle guardie raccontando dell’accaduto: “Mio signore qualcuno ha distrutto i magazzini, saranno sicuramente stati quelli del regno di Nutellonzia, inoltre hanno lasciato questo biglietto che dice che se non accetta la sfida distruggeranno il villaggio”. Il re disse: “Mettete al sicuro il popolo e manda il tuo esercito ai confini per proteggere la patria, io invece resterò qui a proteggere la pietra”. “Posso affidarle mio figlio mentre svolgo questo compito?”, chiese il cavaliere. “Farei di tutto per un amico”, rispose il re.
Così la mattina seguente l’esercito di Mendamillo si posizionò ai confini del regno, per proteggerli. Però, qualche giorno dopo, arrivò il padre di Tiziano esclamando “Il nostro esercito è stato battuto, sta venendo qui Burlonio per prendere la pietra, scappate!”. “No, noi resteremo qui mentre tuo figlio scapperà con la pietra”. “Non preoccuparti andrà tutto bene”, disse il ragazzo e scappò via con la pietra nel bosco. Ma alcuni soldati lo videro ed incuriositi iniziarono ad osservarlo; quando capirono che nascondeva la pietra lo inseguirono. Mentre correva, il ragazzino inciampò sulla pietra e i soldati lo raggiunsero: “Scommetto che verremo pagati profumatamente”. Ma all’improvviso sbucò da un cespuglio uno lupo, si fermò a fissarli per un attimo e poi attaccò i soldati. Questi, presi da un grande timore, scapparono via: “Seguimi, ti porterò al sicuro”, disse il lupo al ragazzo e questo lo seguì. Arrivarono in una grotta e il lupo gli disse: “Rifugiamoci qua, staremo al sicuro”. Entrati, il ragazzo chiese: “Perché mi hai aiutato?”. Quello gli rispose: “È il minimo dopo tutto quello che hai fatto per noi in questi anni. Perché i soldati ti stavano inseguendo?”. Allora il ragazzo raccontò tutta la sua storia e di come era scappato con la pietra. Il lupo gli disse: “Capisco… se vuoi ti posso dare una mano, conosco un amico al di là di quei monti che custodisce un uovo di drago, se vuoi ti posso accompagnare”. Tiziano gli rispose: “Grazie. Tu sai come si fa ad attivare la pietra?”. Il lupo gli rispose: “La pietra può essere attivata solo dal prescelto, però si pensa che il prescelto non arriverà mai, soprattutto in questi momenti bui. Ora riposiamo perché domani dovremmo partire presto”.
La mattina seguente i due partirono all'alba. Ci vollero tre giorni e tre notti per arrivare alla montagna ma, arrivati in fondo alla caverna, trovarono soltanto un muro. Tiziano disse: “Ma com’è possibile!?? Tutta questa strada per vedere una caverna”. Il lupo gli disse: “Solo che risolve l’indovinello può accedere al tempio”. Dopodichè sentirono una voce cupa e misteriosa: “Ecco l’indovinello”, disse il lupo. La voce proclamò: “Con il fuoco si fa e con il fuoco finisce, che cos’è? La risposta sta sui muri”. Tiziano disse: “Sui muri?”. Passò del tempo e i due non trovarono niente, fino a quando videro delle incisioni sui muri. Tiziano disse: “E queste cosa sono? Vieni qui a vedere”. Il lupo si avvicinò e aggiunse: “La risposta sta sui muri… Magari dobbiamo capire quale materiale sono fatti”. Tiziano aggiunse: “Ma queste immagini sono fatte col carbone, la risposta è carbone!”. Detto questo si aprì un varco e il lupo e Tiziano entrarono.
Appena entrati videro un tempio di smeraldo con al centro un vecchio che si appoggiava ad un bastone: “Chi siete voi giovani avventurieri?”. “Io sono Tiziano e lui è il mio amico lupo, siamo qui per l’uovo di drago”. “Devo farvi i complimenti poiché nessuno era mai riuscito a entrare in questo luogo magico, ma se volete l’uovo di drago dovrete aiutarmi a trovare la Xiloferna, ma fate attenzione”. “Ma che pianta è?”, chiese Tiziano. “La Xiloferna è una pianta curativa posta sulla cima di questa montagna, ma questa pianta può scomparire di tanto in tanto”. “Bene, partiremo domani mattina ma adesso riposiamoci”.
La mattina seguente i tre partirono e dopo una lunga camminata arrivarono sulla cima della montagna: “Che bella vista, si vede tutto da qui! Bene dove si trova la pianta?”. “Il vecchio ha detto che è bianca con le foglie dorate, ah guarda eccola”: ma non appena Tiziano la ebbe raccolta quella scomparve. “Cosa!? Com’è possibile!?”. “Non ti ricordi? Questa pianta può scomparire di tanto in tanto”. “E allora noi come facciamo a prenderla?!”. “Mi è venuta un'idea!”, disse il lupo, “potremo prendere il maggior numero di Xiloferne in modo tale che ne rimanga solamente una e così non possa più scomparire”. E Tiziano gli rispose “Ottima idea, proviamo”. E così i due raccolsero il maggior numero di piante e dopo vari tentativi riuscirono a coglierne una e la portarono al vecchio: “Vi faccio ancora i miei complimenti, avete dimostrato una grande intelligenza nell’eseguire questo compito e vi donerò sia l’uovo di drago sia la pianta”. “Grazie mille per questi doni”. “Sbrigati, ti ricordo che abbiamo un regno da salvare”. “Ah sì giusto, me n’ero quasi dimenticato”. E così i due si avviarono per ritornare al regno e sconfiggere il re Burlonio.
Dopo un lungo cammino intravidero la torre più alta del castello, Tiziano disse: “Guarda, siamo quasi arrivati, ancora un po’ e saremo lì”. Il lupo rispose: “No, è troppo pericoloso. Per questa notte ci accamperemo sotto quella quercia, accendi un fuoco e posa l’uovo lì vicino in modo tale che rimanga al caldo”. “Ok”. Così Tiziano avvolse l’uovo in alcune foglie e dopo un istante si addormentò con esso. La mattina seguente, quando si alzò, vide l’uovo rotto e si spaventò, poi urlando chiese al lupo: “Come mai l’uovo è rotto?!”, si voltò e vide il lupo che giocava con una strana creatura: il corpo era lungo come il lupo e le sue ali erano ampie come la metà del suo corpo. Aveva una testa con due piccole corna biancastre in cima, la coda era piena di aculei e i suoi occhi erano di un azzurro celeste. La creatura aveva un’aria giocosa e dignitosa: “Quand’è che è nato?”, chiese Tiziano stupito. “Durante la notte, mentre stavo facendo la guardia accidentalmente ho tirato un calcio all’uovo e si è formata una crepa. Spaventato ho provato a svegliarti raccontandoti dell’accaduto ma appena mi sono girato ho visto l’uovo frantumato e c’era una piccola creatura che stava contemplando la luna, così mi sono avvicinato lentamente, ma ho fatto un passo falso poiché non appena mi ha visto ha iniziato a girarmi intorno, io pensando che stesse per attaccare, gli ho ringhiato contro, ma questo al posto di aggredirmi mi è saltato addosso, leccandomi la faccia. Dopo un po’ l’animale si è stancato e si è addormentato mio dorso, e così dopo questo strano evento sono riusciti a chiudere occhio anch’io”. “Ed eccoci qui a badare ad un drago”. “Ma cosa ne facciamo noi di un drago appena nato? Non penso che ci servirà molto”. Ma non appena i due si girarono a controllare il drago videro che questo era diventato già il doppio del lupo: “Ma è favoloso!”, disse Tiziano, “ora non dovremo più preoccuparci”.
Così si rimisero in cammino verso il regno di Mendamillo e intanto il drago cresceva, arrivati alla porta terziaria delle mura per farsi vedere il meno possibile, videro delle guardie ed i due si nascosero mentre il drago rimase un po’ indietro: “Allora, come facciamo ad entrare?”. “Uno di noi due dovrà fare da esca mostrando la pietra in modo tale che le guardie lo vedano e lo inseguano e così potremo entrare”. “Bene, chi farà l’esca?”. Il lupo gli rispose: “Tu, ovviamente! Perché se tu che ti sei fatto beccare con la pietra! E poi io sono un lupo, i lupi vivono nei boschi”.
Tiziano disse: “Va bene... ho capito, farò io da esca”. Allora uscì allo scoperto e urlò: “Ciao ‘beli’! Guardate che cos’ho qua, una bellissima pietra, chissà a cosa serve? La volete?”. Le guardie appena videro quell’oggetto si meravigliarono e dissero al ragazzo: “Come l’hai ottenuta? Tu non sai il potere che hai in mano, per favore daccela e nessuno si farà male”. Ma Tiziano rispose: “In realtà io mi preoccuperei per voi” e dall’alto piombarono il drago e il lupo, che schiacciarono i due: “Ve l’avevo detto io di stare attenti”. Così Tiziano prese i vestiti delle guardie e finse che il lupo fosse un animale da caccia, infine presero una catena nelle vicinanze e incatenarono il drago perché speravano che se li avessero mandati nei sotterranei avrebbero trovato il re, la regina ed il padre di Tiziano.
Arrivati al cospetto di Burlonio disse: “Mio padrone, mentre stavo di guardia ho trovato e catturato questo drago, potrei portarlo nei sotterranei? Mi potrebbe dire dove sono collocati?”. Appena Burlonio gli rispose e si voltò vide che il drago era di nuovo cresciuto. Burlonio disse: “Curioso quel drago!”. Non appena entrarono nei sotterranei liberarono il drago, Tiziano si tolse il vestito da guardia e cercarono la cella dove erano rinchiusi il re, la regina e suo padre. Appena ebbero trovato la cella, Tiziano urlò: “State indietro perché fonderemo le sbarre”. Il drago sputò fuoco sulle sbarre ed esse si sciolsero. Il padre di Tiziano corse ad abbracciare il figlio, mentre il re e la regina corsero a cercare le chiavi per aprire le altre celle che rinchiudevano gli abitanti di Mendamillo, poi tutti salirono le scale ed attaccarono le guardie. Invece il re, Tiziano, suo padre, il lupo ed il drago andarono direttamente da Burlonio.
Purtroppo, Burlonio sapeva già dell'accaduto e li stava aspettando: “Sei stato intelligente Tiziano, non mi aspettavo che riuscissi a fare così tanto”. “Come fai a sapere il mio nome?”. “Qualcuno me l’ha detto” e indicò la regina, che disse: “Sono stata costretta a rivelargli tutto”. Poi Burlonio disse: “Bene, ora catturateli” e i soldati lanciarono delle frecce contro il drago e quello cacciò un urlo di dolore, poi li rinchiusero nei sotterranei. Tiziano cercò di avvicinarsi al drago per curarlo con la Xiloferna ma i soldati se ne accorsero e li separarono, ma quando le guardie furono uscite il lupo riuscì a passare oltre le sbarre e prese il mazzo di chiavi, ritornò nella cella e le diede a Tiziano che a sua volta aprì tutte le celle. Poi prese l’erba e la fece mangiare al drago e quello si riprese. Contemporaneamente Burlonio stava cercando di attivare il potere della pietra: “È impossibile attivarla! Questa pietra è difettosa!”. “Solamente il prescelto è degno di attivarla”, disse Tiziano, sbucando fuori con i suoi amici. Burlonio urlò: “Come avete fatto ad uscire!? Prendeteli!”. Ma il drago prese i soldati e li lanciò giù dal castello, poi sferrò un colpo di coda e fece volare la pietra in mano di Tiziano. Non appena la pietra fu in mano a Tiziano, egli provò come un’esplosione dentro di sé: era il potere della pietra. Egli sentì la voce di sua madre che lo rassicurava: “Stai tranquillo, andrà tutto bene, fidati di te stesso!”. In quel momento Tiziano emise un raggio di luce che colpì il castello e Burlonio. Per un istante non si vide nulla, poi quando finalmente tutti tornarono a vedere, notarono che Burlonio e Tiziano erano scomparsi e che il castello stava crollando: “Che cosa è successo? Dove sono finiti Tiziano e Burlonio?”, chiese il lupo. “Forse sono già usciti” disse il drago. “Sì ma se tra poco non usciremo anche noi, saranno guai seri” disse il re.
In realtà Tiziano e Burlonio erano finiti in un’altra dimensione Tiziano disse: “Dove siamo?”. “Non lo so. Non è che siamo morti?” disse Burlonio spaventato. “Ho un’idea: potremmo usare la pietra per tentare di tornare nel nostro mondo”. Tiziano si mise a cercare la pietra e quando l’ebbe trovata disse: “Eccola, vieni, la toccheremo insieme”. “Ma tu vuoi aiutarmi dopo quello che ho fatto a te e al tuo popolo?”, chiese Burlonio incredulo. “Sì, ovvio”. Così Tiziano e Burlonio posarono contemporaneamente la mano sulla pietra e tornarono nel loro mondo. Quando furono arrivati Tiziano venne accolto da tutti con gioia, mentre Burlonio fu catturato dalle guardie e rinchiuso nei sotterranei a scontare la sua pena. Qualche mese dopo era tornato tutto normale ed era come se non fosse accaduto niente: la pietra era tornata al suo posto, i due popoli nemici si erano uniti in un unico popolo e Tiziano era diventato il principe del nuovo regno di Mendalonzia, così vissero tutti felici e contenti.
Bravi ragazzi!
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