domenica 19 aprile 2020

Raccontiamoci una storia - I RACCONTI

LOTTERÒ FINO A QUANDO STAREMO INSIEME di Borana - 3'C

Huan era una ragazza di 14 anni che viveva a Pechino, in Cina.
Era una ragazza testarda, sempre in cerca di nuove avventure. Abitava in città con suo nonno Liang perché i suoi genitori lavorano all’estero, mentre la nonna era deceduta pochi mesi prima per un tumore al cuore. In Cina ultimamente le cose incominciavano a degenerare: si sentivano ambulanze sfrecciare di continuo, c’erano nelle varie regioni centinaia di morti al giorno e i telegiornali non facevano altro che parlare dei nuovi contagiati di Coronavirus, uno strano virus influenzale che stava arrecando tanto male.
Così, per la sicurezza di tutti, il ministero cinese aveva vietato di uscire di casa e imposto delle nuove regole in modo da non far aumentare il numero dei contagiati.
Dopo due settimane di quarantena, verso l’una di notte, Huan decise di uscire alla ricerca di nuove esperienze. Andò al lago vicino a casa sua. Appena arrivò, tutto le pareva molto strano, l’acqua sembrava diventare più profonda e cambiare colore. Mentre era intenta a ritornare dal nonno, incominciò a sentire delle urla assordanti provenienti dal lago, così decise di entrare nell’acqua.
Era molto fredda, quasi congelata, più densa del solito e quindi era molto faticoso nuotare tanto da rischiare di annegare; infatti, la ragazza si sentiva soffocare.
Improvvisamente qualcosa o qualcuno afferrò il suo piede trascinandola sempre più in profondità e la portò in un altro mondo. Senza capire cosa fosse successo. Huan si ritrovò in mezzo ad un bosco oscuro, non c’era nessuno, faceva freddo e, presa dall’angoscia che le succedesse qualcosa, incominciò a urlare e a correre qua e là fino a sbattere la testa contro un albero e svenire.
Alla mattina, quando si svegliò vide un elfo e una fata curarle la ferita.
“Ciao Huan, io sono Jien, il saggio elfo e la fata si chiama Lin. Sappiamo cos’è successo nel tuo mondo per quello noi ti abbiamo chiamata. Devi aiutarci. Noi siamo i custodi dei due mondi, gli unici a chiamare le persone dal vostro mondo. Il problema è grave…spero che tu ci aiuti.
Modron è stata una grande sacerdotessa, usava la sua magia per il bene, senza di lei non ci sarebbe stato un equilibrio di pace tra i due mondi. Sua madre era Madre Natura. Lei vi ha creati, ma voi l’avete distrutta. Modron era molto legata a lei come ogni figlio alla madre così, al suo funerale, giurò vendetta contro gli esseri umani. Nel novembre del 2019 si recò nell’isola della vita per prendere un calice magico, lo riempì con il sangue di alcune persone con altre malattie e ne formò una nuova, il Covid-19. Lo fece per l’odio contro di voi …ed è per questo che molti dei tuoi simili stanno morendo. Io e Lin ti abbiamo chiamata perché sei stata una delle poche persone che ci ha ascoltati. Dobbiamo riportare la pace o tutto finirà, non ci sarà più niente” disse il saggio elfo alla povera ragazza. 
Huan entusiasta di vivere un’avventura così grande ed importante, anche se al tempo stesso pericolosa, accettò di aiutare i suoi due nuovi amici. Il momento dei racconti finì quando le guardie della regina Modron arrivarono nel bosco per controllare che non ci fossero intrusi.
Tutti e tre incominciarono a correre come fuggitivi verso qualche nascondiglio, fino a quando Lin, con la sua magia, fece apparire tre unicorni per poter scappare più velocemente e non essere catturati. Si ritrovarono così al riparo, nel cuore di un albero secolare. Mentre cenavano, la fata disse: “Dopo lunghi anni di addestramento, mio padre mi avvertì che, se tutto fosse andato male, quasi come perduto, avremmo dovuto recarci al castello del principe caduto. Qui c’è una mappa, ma il vero problema è che nessuno sa dove si trovi e la mappa si ferma in un punto”. Huan aggiunse: “Domani mattina partiremo e lo troveremo, a tutti i costi!”.
All’alba i tre avventurieri erano pronti a dirigersi al castello. Seguirono la mappa e si fermarono davanti a una grotta chiusa da lunghe file di liane, non volevano entrarci perché la grotta era buia, ma si fecero coraggio. Il percorso finiva in una cascata, nel momento in cui si stavano per girare, Lin oltrepassò, come per magia, la cascata e scovò il castello, così anche Huan e l’elfo la seguirono. Appena arrivati, entrarono a cercare il principe, ma non c’era nessuno. Huan si spinse fino alla fine della torre e, nella sala del trono trovò finalmente il principe. “E’ da tanto tempo che ti aspetto, cara dolce Huan, so perché sei qui, io ti aiuterò. Ormai sono anziano, ma ho sempre conservato questa boccia, tienila, rompila solo quando ne avrai bisogno ti indicherà la strada da prendere.”
Appena il vecchio principe ebbe finito di pronunciare le sue parole, la ragazza stupita prese la boccia. “Però anch’io ho bisogno di un favore, è da anni che sono seduto su questo trono, sono ormai molto anziano e solo. Quando arriverai al castello di Modron prendi il bracciale della morte e portamelo”, aggiunse il principe e la ragazza gli diede la sua parola. Huan disse subito tutto a Jien e Lin.
Per la notte si accamparono dentro il castello in modo da non essere visti. Huan non riusciva a dormire quindi rimase lei di guardia, quando all’improvviso sentì qualcosa, erano cavalieri. Avevano scoperto dove erano; appena poté svegliò l’elfo e la fata, ma non fecero in tempo a scappare perché vennero catturati dai soldati di Modron.
Furono legati ai cavalli e percorsero tutta la strada a piedi, come schiavi. Furono direttamente condotti dalla regina, che, crudele come era, non ci pensò due volte a mandarli in esilio.
Huan pensava che fosse giunta la sua fine. Appena portata in prigione, sotto la paglia intravide una lama di luce, era il riflesso di uno specchio. Lo prese. In esso riuscì a vedere suo nonno, molto malato, che senza sosta cercava sua nipote; poi, l’uomo si inginocchiò e, piangendo, pregò Dio di ritrovare la piccola Huan.
Dopo questa scena, in preda al dolore e allo sconforto, Huan buttò a terra la boccia, ma nel riflesso dell’acqua vide Madre Natura che le disse: “Cara piccola bambina, non piangere, andrà tutto bene, tutto finirà. Io credo in te, non avevo insegnato a mia figlia a fare del male, mi dispiace non volevo che tutto questo accadesse. Tieni, prendi questa chiave, liberati e libera i tuoi amici, le guardie alle due di notte chiudono le porte e vanno a casa e questa chiave magica entra in tutte le serrature. Appena vedrai che la luna sarà piena, esci, vai alla sala del trono, prendi il calice e svuotalo. Fai attenzione! Modron ha poteri molto grandi, è una sacerdotessa, avverte la presenza di tutti, anche se quel qualcuno è invisibile, ma soprattutto tiene sott’occhio il calice, quindi devi essere molto veloce. Un’ultima cosa: dai questa collana a Modron per favore.”
Huan ascoltò con attenzione Madre Natura; così, appena scorse la luna piena, aprì le porte, liberò i suoi amici e con molta cautela andò alla sala del trono. Vide il calice pieno di sangue e nel momento stesso in cui stava per prenderlo, Modron lanciò in aria lei e i suoi due amici. “Bene, bene, bene, chi abbiamo qui? Vi siete cacciati in un bel guaio, pagherete per questo.”
Mentre pronunciava le parole dell’incantesimo, Huan le fece vedere la collana, era dorata, con foglie intarsiate e leggera: “Questa” mentre la ragazza pronunciava le parole con il fiatone “Questa, me l’ha data tua madre”. La regina, sbalordita, rimase alcuni minuti a guardarla ripensando a tutti i momenti di gioia vissuti con la madre e Huan aggiunse “So quello che voi state vivendo, mia regina, vi capisco, io…io vivo con mio nonno, i miei genitori sono sempre lontani per lavoro, so quanto vi manca. Vostra madre mi ha detto che non ha mai voluto che sua figlia diventasse così, desiderava che facesse del bene”. La regina prese subito la collana. “Potete esprimere un desiderio, questo è l’ultimo regalo di vostra madre.” Modron, che provava molta nostalgia della madre, decise di andare da lei e con le lacrime di gioia disse: “Voglio ritornare da mia madre”; la regina, prima di scomparire, ringraziò la ragazza e cambiò vita.
Huan subito andò a rovesciare il calice e cercò in qualche modo, con delle erbe, di aiutare i suoi amici, come le aveva insegnato Lin. Jien, mentre Huan lo stava curando, disse: “Hai portato la pace, brava, ce l’abbiamo fatta, ce l’hai fatta, ora non c’è più nessuno che ci comandi, siamo liberi finalmente, grazie Huan verrai per sempre ricordata. Ora puoi tornare a casa e potrai venirci a visitare quando vuoi”.
La ragazza lo interruppe: “No, aspettate, devo fare un’altra cosa”. Andò nella camera della regina e prese il bracciale della morte, si recò al castello del principe caduto e glielo diede mentre l’anima del principe andava nel regno dei morti, egli disse: “Grazie, ragazza d’oro.” La ragazza così ritornò nel suo mondo promettendo alle creature della natura di ritornare. “Huan, per ritornare utilizza questa collana, dovrai dire ‘trasportami nel mondo della natura’ ogni volta che vorrai venire da noi” disse Jien prima che partisse.
Appena arrivata a casa, la prima cosa che Huan fece fu andare ad abbracciare forte suo nonno; rimasero così per alcuni minuti, il nonno era felice e commosso, nel frattempo Huan gli raccontò tutto. Non poté fare niente per le persone morte, ma almeno tutte le altre contagiate ancora vive guarirono.
Il virus scomparve per sempre, per merito della piccola Huan e del suo straordinario coraggio.

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