GIANFRANCO E IL SUO SOGNO di Gabriele e Luca - 1'D
C’era una volta un ragazzo di nome Gianfranco. Era il Figlio di Beppe, Re che governava il Peloponneso. Gianfranco voleva diventare un cavaliere famoso e forte però era molto gracile e non aveva le doti per diventare famoso. Ogni notte lui sognava di diventare forte e robusto.
Un giorno decise di andare a prendere una pozione magica nella foresta nera, lì si trovava un mercante incappucciato che gli avrebbe fornito la pozione magica ovvero lo avrebbe trasformato in un gigante. Quanto lo incontrò questi non gli rivelò la sua identità, ma gli promise che gli avrebbe fornito la pozione di cui aveva bisogno. Il mercante in cambio disse che non aveva gli ingredienti adatti quindi mandò il ragazzo a cercarli. I tre ingredienti erano una mela d’oro, del succo d’uva e infine l’acqua della sorgente dell’Olimpo. Per andare a recuperare la mela d’oro, prese un carro guidato da tre cavalli bianchi e si recò a Sparta, nel frutteto di Prim, il Dio della fertilità. Il percorso per giungere a Sparta era difficile: la prima difficoltà era superare il bosco incantato all’interno del quale c’erano piante carnivore che mangiavano chi lo attraversava. Successivamente avrebbe dovuto superare la catena montuosa “Pericolo”, chiamata così perché a ogni minimo rumore un pezzo della montagna franava. L’ultimo ostacolo che doveva superare era il “Sea of lava”.
Arrivato alla foresta nera tirò fuori la spada per tagliare le piante, ma esse rubarono la spada a Gianfranco. Gianfranco allora disarmato si mise al riparo dietro a dei sassi. Per distrarre le piante lanciò il suo pranzo alle piante carnivore. Mentre le piante erano distratte, lui scappò e dopo aver superato questa prova la strada della montagna cominciò a essere in salita; in quel momento capì che stava arrivando alla catena montuosa chiamata “Pericolo”. Gianfranco slegò quindi i cavalli per evitare di far rumore. In quel momento franarono dei sassi e Gianfranco corse in una grotta per ripararsi. Dopo qualche secondo, si accorse che era rimasto bloccato nella grotta. In quel buco buio e umido scorse un raggio di luce proveniente da una piccola fessura. Per uscire dalla grotta doveva però spostare molti massi: cominciò a spostare quelli più piccoli che erano in alto in modo da usarli come appoggio per salire e passare attraverso il buco. Dopo che riuscì a passare scoprì delle scale che portavano all’apice della montagna. Gianfranco cominciò a salire le scale, ma mentre saliva sembrava che aumentassero sempre di più… allora si fermò a pensare cosa fare. Gli venne in mente quando i suoi genitori, prima di andare a letto, gli raccontavano la favola della buona notte: si ricordò che gli raccontavano la storia di un cavaliere che superava anche lui queste scale e per andare in alto bisognava guardare in basso. In questo modo le scale andavano verso il basso e non più verso l’alto. A un certo punto Gianfranco vide due cavalli, poco dopo si ricordò che erano i suoi che erano venuti a prenderlo per salvarlo. In poco tempo Gianfranco arrivò in basso alla montagna e arrivò al Sea of lava. Il più grosso pericolo era superare il mare di lava: infatti chi ci andava sopra, si bruciava per l’elevata temperatura. Allora pensò di aggirare il mare e subito notò un ponte di diamante. Gianfranco vide un enorme cartello con scritto “Se vuoi attraversare il ponte, prima dovrai fare un passo verso quella cosa che vedi a fatica… ma non puoi toccare”. Gianfranco allora si sedette a pensare cosa potesse essere, pensò la prima volta alla lava che era sotto di lui ma il ponte non comparì, infatti la sua risposta era sbagliata, pensò allora al sole, e così capì tutto. Dopo la sua risposta giusta attraversò il mare di lava e intravedeva già l’arrivo dove c'era il frutteto per raccogliere la mela d’oro. Arrivato alla sua destinazione, vide la mela d’oro, si avvicinò alla pianta e prese la mela che non era controllata da nessuno. Subito arrivarono i suoi cavalli che lo portarono in salvo all'inizio della montagna.
Gianfranco allora diventò famoso per aver preso la mela e quando ritornò a casa venne accolto come un eroe perché aveva rubato il simbolo della città di Sparta. Da quella volta Gianfranco diventò famoso e forte (così chiamato dai civili della città) e venne anche arruolato nell'esercito della città. Diventò molto felice perché riuscì a compiere il suo sogno. L’uomo incappucciato si rivelò essere suo padre che voleva aiutare suo figlio ad entrare nell’esercito e realizzare il suo sogno.
Nessun commento:
Posta un commento